Ciao lettori! Oggi vi presento la recensione di un libro che vi avevo presentato qualche tempo fa in questo articolo.
Si tratta del romanzo di Gabriele Babini “Un soldato semplice“.
Titolo : Un soldato semplice
Autore : Gabriele Babini
Casa Editrice : Caldera Edizioni
Prezzo : 15.00€
Pagine : 174
TRAMA
Una cartolina di precetto. La quotidianità travolta da un conflitto di cui non sapeva nulla. La paura di morire e la voglia di tornare a casa. La storia di un uomo semplice nel mezzo del più grande evento bellico del ventesimo secolo.
Una guerra ed i suoi protagonisti possono essere raccontati in molti modi. Un modo possibile è quello di prendere una storia, vera, semplice, e di narrarla nella sua completezza. Seguendo, come in questo caso, le vicissitudini del protagonista in prima persona, attraverso i suoi occhi, le sue gesta, le sue emozioni. Ci sono eventi che cambiano la storia del mondo, e all’interno di questi eventi è possibile ritrovare storie eccezionali e straordinarie storie di normalità.
• La mia recensione •
Tutti noi almeno una volta nella vita abbiamo atteso una chiamata e sappiamo bene quale sia la sensazione . Ma cosa accade quando succede il contrario? Il protagonista di questo romanzo sperava che la chiamata non arrivasse mai. Questa chiamata infatti significa abbandonare la certezza per l’incertezza; un tuffo nell’ignoto. Partire per la guerra è come guardare dentro un pozzo e sapere che inevitabilmente dovrai sporgerti ancora un po’ e lanciarti nel vuoto, senza sapere cosa troverai sul fondo buio.
Il romanzo è raccontato in prima persona. Il protagonista, del quale non conosciamo il nome, lascia la sua terra duramente lavorata con amore e sudore, per partire alla volta di non si sa quale fronte di guerra. Le sue parole, dapprima ricche di curiosità, si trasformeranno ben presto in smarrimento. Non essendo mai uscito dal suo paesino trova interessante anche prendere un treno e veder scorrere il mondo dal finestrino. Il desiderio di conoscere è forte, così come la paura di non tornare più a casa, che emerge durante il percorso. La sensazione di distacco e di smarrimento è comune in chi sa che non vi è possibilità di fuga.
« [...] far allontanare quella sensazione di generale impreparazione alla guerra [...] »
Prendere confidenza con bombe e trincee non è affatto facile ed il nostro soldato semplice si affida alle preghiere per stemperare quel rigore tipico del mondo militare e quell’inquietudine di fondo che condiziona tutte le sue interminabili giornate. Tra ordini e contrordini cerca di prendere confidenza con l’ambiente, condividendo questa drammatica esperienza con i suoi compagni di sventura. Nel cuore c’è sempre la sua terra, l’amata Romagna, la quale gli da la forza per andare avanti tra scariche di mitra e bombardamenti incessanti. In fondo non è altro che un giovane contadino di diciannove anni, inesperto, senza una destinazione fissa, senza una meta chiara per il suo futuro.
Ho trovato molto toccante la dedica che l’autore fa al nonno, la quale può essere letta come una dedica a tutti i nonni e a tutti coloro che hanno dovuto lasciare tutto per partire. Per loro la parola “guerra” è stata realtà e non solo un termine letto su un libro di storia. Questo romanzo rappresenta anche un “grazie” a tutti loro, a tutti i “soldati semplici” i quali, pur avendo paura, non si sono risparmiati ed hanno combattuto anche per noi. Tutti loro erano “soldati semplici”, non eroi, ma uomini comuni; e tutti noi dovremmo essere loro riconoscenti perché con il sudore, la fatica ed a volte con la loro vita ci hanno donato, forse inconsapevolmente, qualcosa di grande : la libertà.
Ho interpretato questo romanzo anche come un messaggio a tutti i giovani di oggi, a tutti i “soldati semplici” del XXI secolo: se ce l’hanno fatta i nostri nonni senza soldi, senza cibo, senza nulla, solo con la voglia di vivere, possiamo farcela anche noi, giovani più o meno fortunati che dovrebbero imparare a lamentarsi di meno e ad affrontare il nostro “campo di battaglia” con maggior consapevolezza e coraggio, apprezzando di più ciò che il futuro ci riserva.
Nonostante la tematica trattata non sia tra le più semplici, lo stile di Gabriele Babini è gradevole e con lucidità ci accompagna alla riscoperta di nuovi ed antichi valori, primo fra tutti la semplicità.
L’AUTORE
Gabriele Babini ho 34 anni, viva e lavora presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. Ha una passione sfrenata per la pallacanestro e per la musica in particolare quella degli anni ’80. “Un soldato semplice” è il suo primo romanzo.
Potete trovare qui la pagina Facebook del romanzo.