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Recensione: Una cosa pericolosa

Creato il 03 settembre 2015 da Miriam Mastrovito @miriammas
Recensione: Una cosa pericolosa Titolo: Una cosa pericolosa
Titolo originale: A dangerous thing 
Serie:  Adrien English Mysteries 
Autore: Josh Lanyon
Traduttore: Chiara Beltrami 
Lunghezza: 238 pagine 
Collana: World / Rainbow / Mystery 
Genere: M/M 
Formato: pdf, epub, mobi 
Prezzo: 4,99  
Descrizione:
In preda al blocco dello scrittore e frustrato dalla sua problematica relazione con Jake Riordan, fascinoso ma non ancora dichiaratamente gay detective della polizia di Los Angeles, il libraio e scrittore di gialli Adrien English decide di andare a trascorrere un po’ di tempo a nord, nella tenuta lasciatagli dalla nonna materna, dove trova un cadavere ad attenderlo nel vialetto d’ingresso. All’arrivo dello sceriffo, però, il corpo è scomparso e Adrien si trova ancora una volta a improvvisarsi investigatore. Ma quando la situazione si fa pericolosa e potenzialmente letale, Adrien è costretto a rivolgersi a Jake.
Jake potrà avere le idee confuse riguardo a un mucchio di cose, ma è disposto a tutto pur di tenere in vita l’uomo per il quale sta cominciando a provare qualcosa.

La mia recensione:
Quando la ruota si rifiuta di girare per il verso giusto, conviene fermarsi un attimo e concedersi una pausa di riflessione. Colto dal blocco dello scrittore e in crisi a causa della complicata relazione con Jake, Adrien decide appunto di staccare la spina e rifugiarsi per un po’ nel ranch ereditato dalla nonna Anna. Immerso nella natura e nei piacevoli ricordi d’infanzia forse potrà ritrovare, se non proprio la pace interiore, almeno un po’ di ispirazione.
Giunto a destinazione, tuttavia, lo scrittore è costretto a ricredersi perché, appena sceso dall’auto, inciampa in  un cadavere. Tempo di correre ad avvisare la polizia e il corpo scompare…
Di sicuro non sembrano le premesse per una vacanza tranquilla, ma questo non è che l’inizio.
La tenuta di famiglia, infatti, ha in serbo per Adrien una serie di strane sorprese, tutte foriere di burrasca: per esempio un campo coltivato a marijuana e un gruppo di archeologi,  accampati proprio nella sua proprietà, impegnati nella ricerca di una miniera perduta.
Il custode Ted Harvey, teoricamente, potrebbe fornire qualche spiegazione, se non altro per la lettera che dà via libera agli scavi recante la falsa firma del proprietario del ranch, ma pare essere svanito nel nulla e, quando  Adrien si arrischia nella sua roulotte in cerca di possibili tracce rimedia una violenta randellata in testa.
A quel punto non gli resta che chiamare proprio l’uomo da cui stava fuggendo e chiedere il suo aiuto per far luce sui misteri di Pine Shadow.
Sarà così che Adrian English e Jake Riordan si ritroveranno fianco a fianco, coinvolti nella risoluzione di un nuovo giallo. La vicinanza, ovviamente, non potrà che riaccendere la scintilla fra i due e costringerli a fare i conti, ancora una volta, con il controverso legame che li unisce.
Come nel primo capitolo della serie, la storia si sviluppa sul filo del doppio binario poliziesco/romance. Da un lato la detective story si infittisce, intrecciandosi persino con vecchie leggende che rievocano atmosfere da febbre dell’oro;
dall’altro la relazione fra i due protagonisti si evolve, sebbene in modo nient’affatto lineare. Jake continua a negare la propria omosessualità, eppure comincia a osare di più. Dagli sguardi ammiccanti e agli sfioramenti per caso, si passa a qualcosa di molto più concreto.
Ciò alimenterà la fiamma della passione già viva nel cuore malato di Adrien ma, allo stesso tempo, accrescerà la sua confusione. Le parole e le azioni di Riordan sembrano infatti essere in contraddizione fra loro. Con la bocca  Jake afferma di non essere gay, di non volere una storia d’amore, di non avere alcuna intenzione di impegnarsi, ma con i fatti si prende cura di Adrien, lo coccola, lo protegge, lo spinge al culmine del piacere, comportandosi da inguaribile innamorato.
Tensione. Penso che questo sostantivo possa racchiudere l’essenza di Una cosa pericolosa e rendere un’idea efficace dello stato d’animo che accompagna la lettura, adrenalinica sotto tutti i punti di vista. Si è in tensione per la situazione di concreto pericolo, per i crimini che si susseguono al ranch, per le vecchie storie di spiriti iracondi che aleggiano sugli scavi e si rimane in tensione per quello che accade fra Jake e Adrien, per l’altalena di emozioni che scandisce il loro rapporto.
Mi sono appassionata alla serie sin da subito e mi sono fiondata sul  sequel con grandi aspettative. Ebbene Josh Lanyon non le ha affatto deluse, ha continuato a deliziarmi con la sua adorabile, e ben calibrata, commistione di generi e a coinvolgermi emotivamente con le vicende personali dei suoi personaggi. Pur non amando particolarmente i duri, di solito, devo ammettere di essermi lasciata conquistare anche da Jake che, a dispetto dei suoi modi rudi e dell’apparente freddezza, lascia presagire  sempre di più un nucleo tenero – non zuccheroso di certo, ma capace di serbare sentimenti profondi e sinceri. Sebbene si sveli molto di più rispetto al volume precedente, la sua relazione con Adrien rimane comunque in bilico, ci toccherà pertanto aspettare il capitolo successivo per scoprire come andrà a finire la loro possibile storia d’amore.
E per saperne di più...
Leggi la mia recensione di Ombre fatali, il primo volume 

della serie. 


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