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Recensione "Unravel me" di Tahereh Mafi

Da Glinda
Bene, sognalettori, oggi finalmente riesco a portare avanti il mio proposito di recuperare le recensioni che ho in arretrato e riesco a parlarvi del bellissimo "Unravel me" di Tahereh Mafi, secondo romanzo della serie "Shatter me" che in Italia è stata bloccata dalla Rizzoli, ma che è stata tradotta in modo amatoriale da "The books we want to read" un gruppo di blogger italiane favolose (qui trovate "Unravel me").Gli estratti che troverete nella recensione invece sono tradotti da me, vi prego di citare la fonte se li condividete nel web!Editore: Harper Collins (inedito in Italia)Data di pubblicazione: 5 Febbraio 2013Titolo: Unravel me (Shatter me #2)Autrice: Tahereh MafiPrezzo: 13,17 €Pagine: 461Il mio voto
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tickticktickè quasi oradella guerra.
Juliette si è rifugiata all'Omega Point. E' un posto per persone come lei—persone con doni—ed è anche il quartier generale dei ribelli.
E' finalmente libera dalla Restaurazione, libera dai loro piani di usarla come arma e libera di amare Adam. Ma Juliette non sarà mai libera dal suo tocco letale.Né da Warner, che vuole Juliette più di quando lei avremmo mai potuto pensare fosse possibile. 
In questo entusiasmante segiuto di Shatter Me, Juliette deve compiere decisioni che le cambierà la vita, deve scegliere tra ciò che vuole e ciò che pensa sia giusto. E queste decisioni potrebbero portarla a scegliere se seguire il suo cuore o salvare la vita di Adam.

La mia recensione
“Corri, Dico a me stessa. Corri fino a quando i tuoi polmoni non collasseranno, fino a che il non vento straccerà i tuoi vestiti logori, fino a che non sarai altro che un'ombra che si fonde nel paesaggio.“Corri, Juliette, corri più veloce, corri fino a che le tue ossa non si spezzeranno, fino a che i tuoi stinchi non andranno in frantumi e i tuoi muscoli si atrofizzeranno e il tuo cuore morirà perché è sempre stato troppo grande per il tuo petto e ha battuto troppo forte per troppo tempo e corri.“Corri corri corri fino a che non potrai più sentire i loro piedi dietro di te. Corri fino a quando loro non apriranno i pugni e le loro grida si dissolveranno nell'aria. Corri con gli occhi aperti e la bocca chiusa e trattieni il fiume che ti sgorga dagli occhi. Corri, Juliette.“Corri fino a morire.“Assicurati che il tuo cuore si sia fermato prima che ti prendano. Prima che ti tocchino. Corri, dico”
Capita, voi lo sapete, che io mi imbatta in libri che mi ammaliano al punto da portarmi alla follia. Libri di cui poi non faccio che parlare, libri con cui vi ossessiono e che non riesco a recensire perché sarebbe troppo. Troppo profondo, troppo intenso, troppo intimo aprirvi il mio cuore e parlarvi dei sentimenti che mi ha suscitato.  Ebbene, "Unravel me" è stato uno di quei libri. Uno di quei libri per cui non ho dormito e non ho mangiato, per cui non sono uscita e non ho visto la luce del sole fino a quando non ho letto la parola fine e anche dopo. Uno di quei libri che ho sognato per settimane, di cui ancora ricordo passaggi a memoria, uno di quei libri con le cui citazioni vorrei tappezzare ogni parete di casa mia. Ecco perché questa recensione arriva con ritardo. Perché ho dovuto aspettare che il mio cuore smettesse di urlare e le mie mani di tremare ogni volta che ripensavo a "Unravel me" e anche oggi, a mesi e mesi di distanza, non sono riuscita a liberarmi da tutte le sensazioni che questo romanzo ha risvegliato in me. E' impensabile che la Rizzoli abbia deciso di interrompere quella che per me è senza appello una delle migliori saghe romance young adult in circolazione. Chiunque conosca un po' d'inglese e desideri leggere qualcosa che strappi il respiro, dovrebbe fiondarsi a comprare tutti i libri della Mafi, chiudersi in casa con una buona scorta di cibo e godersi la corsa. Oppure leggere le versioni tradotte delle ragazze di "The books we want to read".Ma, ancor più importante, chiunque si appresti a leggere questa recensione farebbe meglio a prepararsi perché si troverà al cospetto di un fiume di pensieri adoranti, sconnessi e grondanti amore incondizionato. Non posso essere razionale, non oggi. Non quando ho finalmente concesso a me stessa il lusso di esprimere tutte le emozioni che "Unravel me" mi ha trasmesso, perciò, ecco... siete stati avvisati.
“Ti voglio,” dice. Dice “Voglio tutto di te. Ti voglio dentro e fuori e voglio catturare il tuo respiro e voglio che tu bruci per me quanto io brucio per te.” Lo dice come se ci fosse una sigaretta accesa nella sua gola, come se volesse immergermi nel miele caldo e dice “Non è mai stato un segreto. Non ho mai provato a nascondertelo. Non ho mai finto di volere qualcosa di meno”.
“Tu—tu hai detto di volermi essere a-amico—”
“Sì,” dice, poi deglutisce, “Lo volevo. Lo voglio. Io voglio esserti amico.” Annuisce e io registro il leggero spostamento d'aria tra noi. “Voglio essere l'amico di cui ti innamori perdutamente. Quello che tieni tra le braccia e nel tuo letto e nel mondo privato che è intrappolato nella tua mente. Voglio essere quel tipo di amico,” dice. “Quello che ricorderà le cose che dici così come la forma delle tue labbra quando le dici. Voglio conoscere ogni curva, ogni lentiggine, ogni brivido del tuo corpo, Juliette—”
“No,” boccheggio. “Non—non d-dire così—”
Non so cosa farò se continua a parlare non so cosa farò e non mi fido di me stessa
“Voglio sapere dove toccarti,” dice. “Voglio sapere come toccarti. Voglio sapere come convincerti a creare un sorriso solo per me.” Sento il suo petto alzarsi, abbassarsi, su e giù e su e giù e “Sì,” dice. “Io voglio essere tuo amico.” Dice “Voglio essere il tuo migliore amico nell'intero universo.”

Quando ho letto "Schegge di me" mi è stato immediatamente chiaro che Tahereh Mafi fosse una di quelle autrici capaci di farmi piacere qualunque cosa nascesse dalla sua penna. E avevo ragione, ma non avevo ancora ben chiaro in mente quanto in là questa sua capacità potesse spingersi. Se alla fine del suo primo libro qualcuno mi avesse detto che, in seguito, avrei fatto il tifo per Warner, quello che io avevo etichettato come un pazzo senza speranza, sarei scoppiata in una risata isterica. Era Adam l'eroe e lo sarebbe stato per sempre, ecco cosa pensavo. Be', mi sbagliavo e di grosso.Avete già avuto a che fare con la mia ammirazione per la Mafi nelle recensioni precedenti (qui e qui) e sicuramente vi siete anche fatti un'idea di quanto mi sia invaghita di Aaron Warner, il personaggio maschile di rilievo di questa serie. Ma vi assicuro che potrei riempire pagine e pagine con i pensieri che la Mafi ha fatto sbocciare in me durante la lettura dei suoi romanzi e comunque, in ogni pagina, avrei qualcosa di nuovo di cui parlare. Perché è proprio questo il potere della serie "Shatter me": quello di rinnovarsi, ammaliarti e confonderti, dando vita a situazioni impensabili e meravigliose e facendo scaturire in te sensazioni che non avresti mai ponderato, ma di cui non potrai mai più fare a meno. Se "Schegge di me" ha innescato una scintilla che in "Destroy me" è diventata una fiamma, "Unravel me" è stato il libro dell'esplosione vera è propria. Quello in cui tutto ha preso forma e colore, in cui ogni cosa si è ribaltata ed è andata in pezzi, per poi ricomporsi nel modo più giusto e naturale possibile. E' stato il libro in cui Juliette, l'indecisa, fragile Juliette, ha finalmente aperto gli occhi e ha smesso di essere una vittima. Il libro in cui Adam si è reso conto che la persona che ama non è un'innocente damigella in pericolo, ma una forza della natura. Il libro in cui Aaron Warner ha scoperto le sue carte, mostrando al mondo la sua folle anima ribelle e a Juliette cosa sia il vero amore. Un amore che è ossessione, desiderio e struggimento, passione bruciante e scelte che fanno male, ma fortificano.


“La solitudine è una cosa strana.Ti striscia addosso, silenziosa e delicata, ti siede accanto nell'ombra, ti accarezza i capelli quando dormi. Si avvolge attorno alle tue ossa, stringendo così forte che quasi non riesci a respirare. Deposita bugie nel tuo cuore, bugie al tuo fianco nella notte, fa filtrare la luce da ogni angolo. E' una compagnia costante, che ti prende la mano solo per tirarti a fondo quando stai lottando per restare a galla. Ti svegli al mattino e ti chiedi chi tu sia. Non riesci ad addormentarti la sera e tremi nella tua stessa pelle. E dubiti dubiti dubiti.potreinon potreidovreiperché noE anche quando sei pronto a lasciarla andare. Quando sei pronto a liberarti. Quando sei pronto a essere una persona nuova. La solitudine è una vecchia amica che ti rimane accanto nello specchio, guardandoti negli occhi, sfidandoti a andartene e vivere la tua vita senza di lei. Non riesci a trovare le parole per combattere te stesso, per combattere le parole che urlano che tu non sei abbastanza mai abbastanza mai abbastanza.La solitudine è una compagna amara e distruttiva.A volte semplicemente non vuole mollare.”

Lo so, le mie sembreranno le parole di una ragazza troppo innamorata dell'amore, o di Warner. Ed è vero, non mentirò dicendo che una delle cose che mi ha colpito di più di questo romanzo è la storia d'amore tra Juliette e Aaron. Mi sono sciolta assieme alla protagonista conoscendo meglio il carattere di Warner, scoprendo i suoi lati nascosti e seducenti, immaginando il suo sorriso di fronte al quale si può solo sbattere le palpebre e sospirare e sprofondare. Io, lo sapete, sono facile preda di passioni travolgenti e il mio cuore ballerino non si tira indietro quando c'è da battere come un tamburo per una storia di passione tormentata. E credetemi quando vi dico che quella racchiusa in "Unravel me" è di sicuro una tra le più tormentate e passionali delle relazioni. Lasciatemi dire che arrivata al capitolo 62, il magico, perfetto, irripetibile, capitolo 62, ho temuto di morire. Davvero. I miei occhi non riuscivano a rimanere aperti, la testa girava, lo stomaco era sottosopra. Ero tornata ai miei sedici anni e stavo vivendo le sensazioni che solo il primo amore può dare. Se potessi mi tatuerei quel capitolo sulla pelle, proprio sopra al cuore, perché lo riscaldi quando ho freddo.Ma, oltre all'amore, oltre al fascino di Warner, oltre alla sua bellezza esteriore e interiore e al fiume impetuoso di passione e sentimenti che scorre in lui, ciò che mi ha colpito ancora una volta è stata la potenza narrativa di Tahereh Mafi. Il suo stile è unico, peculiare e imprevedibile, le sue parole lame che incidono la pelle e vanno in profondità, fin dentro il sangue. Il flusso a volte sconnesso e confuso dei pensieri di Juliette è ipnotico, non lascia scampo. Le frasi barrate, i concetti ripetuti, le descrizioni esasperate e la straziante solitudine della protagonista strisciano nel cervello del lettore, portandolo in un mondo in cui le parole brillano, hanno spessore e dimensione. Ricordo di essermi spesso trovata in lacrime leggendo alcuni pensieri di Juliette: il suo bisogno di non essere pericolosa, letale, era disperatamente palpabile e faceva male. Male sul serio. Quasi quanto il bisogno di Warner di essere visto e accettato da lei.
Mi guarda così intensamente negli occhi che sono sorpresa di non soccombere al cospetto della sua intensità e finalmente mi rendo conto, proprio in questo momento mi rendo conto, che tutto ciò che lo riguarda è così intenso. Niente che lo riguardi è gestibile o facile da maneggiare. E' troppo. Tutto di lui è troppo. Le sue emozioni, la sua rabbia, la sua aggressività.
Il suo amore.E' pericoloso, elettrico, impossibile da contenere. Il suo corpo sprigiona un'energia così straordinaria che anche quando è calmo è quasi palpabile. La sua presenza è palpabile.
Ma io ho sviluppato questa strana, spaventosa fiducia in ciò che Warner è davvero e su chi ha le capacità di diventare. Voglio trovare il diciannovenne che nutrirebbe un cane randagio. Voglio credere nel ragazzo con un'infanzia crudele e con un padre che abusava di lui. Voglio comprenderlo. Voglio svelarlo.

Ciò che disarma e stupisce di Tahereh Mafi è il modo in cui sia riuscita a ribaltare ogni convinzione che avesse instillato nei lettori con il primo libro. Non si è semplicemente limitata a dar vita a una serie di personaggi le cui vere intenzioni sono state inizialmente fraintese, ma ha costruito dei protagonisti con personalità così sfaccettate, articolate e ricche, da renderne difficile la comprensione immediata. Non solo Warner, ma anche Adam, Kenji e la stessa Juliette non fanno altro che evolversi, mostrare nuovi lati di sé e maturare di libro in libro. I suoi personaggi sono così autentici, genuini e umani, da risultare imprevedibili e proprio come se fossero davvero fatti di carne e sangue. "Unravel me" è il libro in cui ci si aspetterebbe che Juliette si integri con i suoi amici mutanti, viva la propria relazione con Adam in modo spensierato e impari a gestire i propri poteri per poter condurre un'esistenza tranquilla. Ma non avviene assolutamente nulla di tutto ciò ed è un bene. E' un bene perché, se tutto fosse andato come da copione, nulla avrebbe avuto senso. In un mondo ormai al collasso in cui i salvatori si sono dimostrati dei tiranni senza pietà, sarebbe stato assurdo se la protagonista, dotata di poteri straordinari, si fosse limitata a coronare il proprio sogno d'amore e questo la Mafi lo sapeva bene. Ecco perché ha deciso di capovolgere ogni cosa, spezzare cuori e far deflagrare bombe che hanno distrutto ogni sicurezza racimolata nel primo romanzo.C'erano domande rimaste in sospeso in "Shatter me", c'erano zone d'ombra e dubbi sul mondo distopico in cui i protagonisti si muovevano e in "Unravel me" tutto si chiarisce, tutto prende forma e dimensione. Attraverso gli occhi di Juliette che è finalmente libera, i lettori possono conoscere le dinamiche del mondo in cui i personaggi vivono, i segreti dell'Omega Point e della Restaurazione, le verità scomode che si nascondono dietro entrambe le fazioni e le motivazioni che hanno spinto alcuni personaggi ad agire in modo ambiguo. Tutti questi fattori, sommati alla narrazione divina e alla meravigliosa caratterizzazione di Warner, hanno reso questo uno dei libri YA più riusciti in cui mi sia imbattuta. Lo rileggerei per sempre.

“Hai scritto molte cose,” dice senza guardarmi. “Sui tuo genitori, la tua infanzia, le tue esperienze con le altre persone. Hai parlato di speranza e redenzione e come sarebbe stato vedere un uccello volare. Hai scritto del dolore. E di come ci si sente pensando di essere un mostro. Come ci si sente quando si è giudicati da chiunque ancora prima di aver aperto bocca.” Un respiro profondo. “Molte di quelle cose mi facevano pensare di vedere me stesso su carta” sussurra. “Come se leggessi tutte le cose che non ho mai saputo dire.”
E io vorrei che il mio cuore semplicemente si zittisse zittisse zittisse zittisse.
“Mi dispiace ogni singolo giorno,” dice, le sue parole appena un respiro ora. “Mi dispiace per aver creduto alle cose che ho sentito su di te. E poi per averti ferito quando credevo di aiutarti. Non posso scusarmi per quello che sono,” dice. “Quella parte di me è già finita; già rovinata. Ho rinunciato a me stesso molto tempo fa. Ma mi spiace di non averti capito meglio. Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto perché volevo aiutarti a essere più forte. Volevo che usassi la tua rabbia come attrezzo, come arma per aiutarti ad accrescere a tua forza interiore; volevo che fossi in grado di combattere contro il mondo.” 
 


Verdetto:  amore puro per questo libro e per WarnerLivello sensualità: speziato, ma non troppo! (ci sono dei riferimenti al sesso, non troppo espliciti)   

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