Disegni : Alice Pasquini
Editore: BUR/Rizzoli
ISBN: 978-8817028387
Numero pagine: 108
Prezzo: € 18,50
Voto:
Trama:
Anna è bella e saggia, ha una cascata di riccioli biondi e grandi occhi comprensivi. Le amiche la adorano, i ragazzi la corteggiano, ma Anna vuole solo star sola. Vive con una madre inacidita dall’età e dall’abbandono del marito, e non si concede di sognare nulla di più. Claire è sua cugina. Vive a Parigi ed è un vero ragazzaccio: impetuosa, disinibita, incontenibile. Suona il basso, è ricoperta di piercing e nasconde un segreto. Quando le due ragazze si ritrovano, dopo anni di separazione, qualcosa di ingovernabile scatta tra di loro: amore, passione, la scoperta della tenerezza e del sesso. Ma i segni degli aghi sulle braccia di Claire sono un segnale impossibile da ignorare, per Anna: sua cugina, il suo primo e unico amore, è una tossica. E lei la salverà, costi quel che costi. Nella sua prima graphic novel Melissa P. affronta due temi tabù: omosessualità e tossicodipendenza.
Recensione:
Partiamo dal fatto che questo graphic novel ha un disperato bisogno di uno sceneggiatore.
I disegni sono graziosi, ben fatti, gentili ed estetici, anche se quando si arriva alle tavole che descrivono le azioni delle protagoniste perdono un po’ di mordente, diventano burattini meccanici, sono un po’ ridicoli da vedere, ma nel complesso la parte illustrativa è accettabile.
La storia invece non lo è proprio.
Due cugine non si vedono da sei anni. Parlano per una decina di minuti, vola una sberla, e finiscono a letto insieme. Mezz’ora dopo decidono di scappare di casa senza portare nulla con sé e non tornare mai più da due madri incattivite e ciniche.
Così a caso!
E che nessuno mi venga a dire che nell’adolescenza è normale comportarsi in questo modo, perché qui il tema dell’adolescenza viene tirato fuori solo quando fa comodo alla situazione, mentre per il resto a nessuno pare importare che abbiano quindici e sedici anni.
Non vi racconto il resto – che equivarrebbe a un racconto breve – ma vi dico solo che la coerenza è sempre quella. Le azioni delle protagoniste, di Anna soprattutto, sono permeate di un’insensatezza che spero non possiedano tutti i sedicenni del mondo, perché altrimenti comincerei a preoccuparmi per la loro estinzione causata dalla stupidità.
Prima ho detto che questo fumetto necessita di uno sceneggiatore: il motivo è che manca il pathos. Gli spazi lasciati ai ragionamenti sono praticamente inesistenti, le vicende si susseguono senza introspezione risultando assolutamente idiote, non c’è l’enfasi che potrebbe giustificare diverse questioni, anche la tensione sessuale è ridotta al minimo, pochi fotogrammi troppo veloci, la storia si sviluppa nell’arco di un tempo troppo breve e al lettore non viene nemmeno data la possibilità di comprendere le motivazioni, si deve basare soltanto sulle battute che vengono scambiate senza affidarsi all’emotività di immagini che avrebbero dovuto essere inserite al momento giusto, che invece avrebbero potuto comunicare molto di più.
Inoltre – parere puramente personale – Anna si comporta come una rimbambita fino all’ultimo.
L’ho trovato inutile, insignificante, non mi ha trasmesso assolutamente nulla. Ma almeno la disegnatrice sa moderatamente fare il suo lavoro.
Coi soldi che costa quest’opera, tanto vale comprarsi un libro e un film, di sicuro se ne esce molto più soddisfatti.