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Recensione: “Via con te”, Adi Alsaid.

Creato il 27 aprile 2015 da Chiara

Buon lunedì bestioline mie!
Come state? Io relativamente bene, mi barcameno tra mille impegni e un senso di indolenza tipicamente primaverile, accantonato solo in occasione delle rarissime corse mattutine che riesco a concedermi, e tiro avanti cercando di ignorare il tempo che mi scappa dalle dita. Oggi, però, mi prendo un attimo di pausa per parlarvi di questo romanzo, graditissimo regalo di compleanno da parte della Rizzoli: “Via con te”, di Adi Alsaid. Un titolo che è, per me, un desiderio inespresso di questi giorni. Ma del resto, chi non sogna di prendere e partire di punto in bianco, in compagnia di qualcuno di speciale?

Recensione: “Via con te”, Adi Alsaid.
Titolo: Via con te
Titolo originale: Let’s get lost
Autore: Adi Alsaid
Editore: Rizzoli
Pagine: 410
Anno: 2015

Hudson, Bree, Elliot e Sonia hanno un solo punto in comune: Leila, una ragazza che entra nelle loro vite con la sua auto rosso fiammante proprio nel momento in cui hanno più bisogno di aiuto.
Leila è in viaggio verso l’Alaska per andare a vedere l’aurora boreale. Nel suo percorso attraverso gli Stati Uniti incontra Hudson, meccanico di una piccola città, che sembra pronto a gettare via i sogni di una vita in nome dell’amore. Poi Bree, una ragazza in fuga da se stessa che vive rubacchiando. E in seguito Elliot, che crede al lieto fine… finché la sua vita si scosta dalla sceneggiatura prevista. Infine Sonia che, perdendo il suo ragazzo, teme di aver perso la capacità di amare.
Tutti e quattro trovano un’amica in Leila. E quando Leila li saluta per continuare il viaggio, le loro vite sono in qualche modo cambiate. Leila dovrà, invece, arrivare fino in Alaska per venire a patti con se stessa.

Recensione: “Via con te”, Adi Alsaid.

Quattro vite, quattro esistenze sparse attraverso gli Stati Uniti, con due cose soltanto in comune: un viaggio da compiere e Leila. Via con te, romanzo ormai edito in Italia da un mese abbondante, è uno Young Adult che potrebbe essere tranquillamente una raccolta di racconti breve se non fosse per la presenza di questo personaggio misterioso, a tratti incomprensibile, che attraversa il paese inseguendo il pensiero dell’aurora boreale.

I loro corpi sembravano capirsi: le labbra si schiudevano nello stesso istante, le lingue si muovevano all’unisono, le mani sapevano quando stringere l’altro e quando esplorare. Hudson non capiva se gli piacesse di più toccarla o essere toccato da lei, e non gli interessava saperlo. Era vagamente conscio del cielo notturno, dei milioni di stelle, del gorgoglio del fiume e della vita al suo interno. Rotolarono sul terreno; Hudson percepiva il suolo suolo in quanto estraneo a loro due, in quanto più freddo dei loro corpi, e perché ogni tanto sentiva un sassolino o il graffiare dell’erba. A parte questi minimi dettagli, tutto il suo mondo era Leila.

Hudson è un ragazzo semplice, che lavora dopo la scuola nell’officina del padre e che aspetta con ansia di aver la possibilità di andarsene dalla piccola città in cui vive. L’arrivo di Leila lo coglie di sorpresa, così come l’attrazione istantanea che sente spingerlo verso di lei, portandolo a sbilanciarsi più di quanto a chiunque sano di mente non piacerebbe ammettere, pendendo pericolosamente verso un amore così istantaneo da sconvolgere e stordire. Il suo è un viaggio verso una verità che non ha mai immaginato, verso la resa all’evidenza di ciò che realmente vuole e ciò che invece è soltanto un riflesso di desideri altrui: un viaggio difficile, che affronterà senza rendersene conto, e che lo porterà a mettere in discussione tutta la sua vita. Bree, al contrario, dalla sua vita sta scappando. Orfana di entrambi i genitori, troppo giovane per poter affrontare il dolore di una perdita così insensata e incapace di rimanere ferma al fianco di una sorella che, ai suoi occhi, il dolore non l’hai mai provato, vive per la strada da mesi, procacciandosi dosi di facile – e discutibile – adrenalina solo per il piacere personale di sentirsi invincibile nonostante tutto. Fragile, ustionata dal sole e determinata a non permettere a niente e nessuno di farle notare la propria debolezza, Bree sarà costretta a fare i conti con il proprio passato e quel che resta della sua famiglia, in un viaggio che la riporterà alle proprie origini e a una vita che, se pur stravolta, ancora conosce il caldo amore che solo una famiglia sa dare. Elliot, invece, viaggia verso l’amore. Perdutamente innamorato della sua migliore amica, rifiutato nel momento in cui ha finalmente trovato il coraggio di scoprirsi e mettersi a nudo, incontrerà Leila in un momento di grandissima sofferenza e si lascerà condurre attraverso la sua stessa città in una caccia al grande gesto, un viaggio sponsorizzato dai migliori cliché cinematografici del caso, mettendosi in gioco e scoprendo di essere molto più di quel che credeva. Sonia, infine, non è consapevole di viaggiare verso una nuova vita e la possibilità di essere di nuovo felice. Sopravvissuta alla morte del suo ragazzo, Sam, adottata dalla famiglia di lui e terrorizzata al pensiero di perderli perché innamoratasi di qualcun altro, Sonia dovrà scendere a patti con se stessa e i suoi sentimenti, arrendendosi all’amore, combattendo per se stessa e il proprio inalienabile diritto alla felicità.
Leila, perché non si può non parlare anche di lei, è un mistero che ci è dato risolvere solo alla fine del libro, quando finalmente è lei ad essere la protagonista del racconto e non sono gli occhi e i pensieri altrui a raccontarcela. La si intuisce, mai con chiarezza. Ogni singola pagina è piena di lei, del suo essere inequivocabilmente un personaggio luminoso, dalla personalità forte e il fascino magnetico, e in ogni singola pagina si ha l’impressione di non riuscire a metterla a fuoco per intero, come se mancasse un tassello fondamentale che si svela solo alla fine, quando tutto finalmente viene spiegato.

L’aria si riempì di una sorta di intimità, per quanto effimera; Leila cercò di non starsene soltanto seduta a osservare la scena, ma di viverla a pieno. Aveva scoperto questo di se stessa: desiderava allo stesso tempo osservare gli altri da una certa distanza e integrarsi nelle loro vite. 

Via con te è un libro molto bello, che – non lo nego – a tratti sfiora il cliché, senza per questo diventare mai banale o scontato: una lettura piacevole, di cui è facile intuire la direzione e le conclusioni, ma che riesce a catturare l’attenzione e mantenerla per tutto il tempo. È facile immergersi nelle atmosfere, così tipicamente americane, che fanno da cornice alla storia ed è una piccola sofferenza dover lasciare, di volta in volta, i personaggi che Leila incontra nel suo pellegrinaggio verso il nord e le sue luci magiche. Ogni frammento è un’istantanea di vita comune che si trasforma in un episodio straordinario, una tappa fondamentale tanto per Leila quanto per la persona che la accompagna, costruito con uno stile semplice, privo di ghirigori inutili, che regala immagini pulite e coinvolgenti. Il tema del viaggio è sempre stato uno dei miei preferiti – uno dei miei più grandi sogni è proprio quello di prendere e partire, attraversare stati interi, solo per gustarmi il panorama e respirare l’aria di quello che c’è attorno alle grandi capitali -, a voler essere onesti era difficile che un romanzo di questo tipo, un viaggio fatto di tanti piccoli viaggi, non mi piacesse. Mi ha stupita però la costruzione, la scelta di non rivelare nulla su Leila fino a quando non era proprio inevitabile, e mi sono piaciuti i suoi motivi, la sua storia, le sue scelte. Mi piacciono le storie, sono fermamente convinta che ognuno di noi ne abbia una da raccontare, e Adi Alsaid ha fatto esattamente questo: ha preso cinque persone dal mucchio, dando voce al loro quotidiani, ricamandoci sopra la poesia di Leila, e mettendoci in mano una preziosa testimonianza che, per quanto di fantasia, potrebbe essere molto più reale di quel si crede. Una bella lettura estiva, questa la mia impressione, poco impegnativa e tanto tanto tanto bella.



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