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Recensione: Vita privata di una sconosciuta di Elena Mauli Shapiro
Creato il 26 aprile 2011 da GiulieUscita in contemporanea mondiale, Vita privata di una sconosciuta è il romanzo d'esordio di Elena Mauli Shapiro, giovane scrittrice americana che ha vissuto la sua infanzia in Francia, a Parigi.Ma non vorrei dilungarmi su questo e passare direttamente alla recensione del libro.
Devo dire che la lettura di questo romanzo non è stata delle più agevoli a causa dei miei impegni universitari che mi hanno stoppata in più momenti. Sicuramente questo non ha giovato al libro, ma andiamo avanti.Penso che ormai in molti conosciate la trama, ma per chi ne fosse ancora all'oscuro vi rimando al post di presentazione del libro (QUI).
LA RECENSIONE:
Tutto inizia con una scatola, ma non è una scatola immaginaria e sospesa nel tempo e nello spazio; è una scatola reale, che contiene i ricordi di una donna che non c'è più ma che noi vediamo rivivere con forza e schiettezza: Louise Brunet.La scatola di cui vi sto parlando è un oggetto prezioso quanto di poco valore sono le cose che contiene ed realmente in possesso della scrittrice, come è lei stessa ribadire. Tra le sue mani è giunta grazie a uno strano percorso del fato; una vecchietta che abitava nel suo stesso palazzo a Parigi morendo ha lasciato l'appartamento pieno dei suoi oggetti e non essendoci parenti giunti a reclamare gli affetti dell'anziana signora gli abitanti del condominio si sono divisi tra loro le sue cose. Una bambina ha preso la scatola dova l'anziana teneva i suoi souvenirs, i suoi ricordi. Quella bambina era Elena Mauli Shapiro e la vecchia signora Louise Brunet.Qualcuno potrebbe dire che tutto questo preambolo non sia altro che una ben strutturata trovata commerciale per pompare le vendite del libro e, a dirla tutta, un po' di scetticismo aveva punto anche me, ma aprendo il libro fin dalle prime pagine ci troviamo di fronte a qualcosa che estremamente di rado troviamo nei libri per adulti. Immagini.Sì, ci sono le immagini scannerizzate dei vari oggetti presenti nella scatola e man mano che la storia si snoda tra le pagine del libro noi li scopriamo rendendo così più concreto il racconto. Si potrebbe obiettare che la presenza di queste immagini toglie spazio alla fantasia, ma a essere sinceri io non ho trovato per niente fastidioso poter vedere le facce di alcuni dei protagonisti del libro impresse nelle vecchie foto ingiallite.Ma torniamo alla storia che ci viene narrata.Trevor Stratton, professore americano, giungendo in Francia non aveva la minima idea di quello che avrebbe trovato tra le sue mani. La scatola che Josianne, la misteriosa segretaria dell'università dove Trevon sta svolgendo la sua attività di ricerca, ha fatto scivolare dentro il suo cassetto sarà per lui come un vaso di Pandora.I frammenti della vita di Louise Brunet si animano e trascinano il professore in una dimensione che oscilla sempre tra realtà e immaginazione. I ricordi di Louise si mescolano nella mente di Trevor e anche il lettore fatica ad orientarsi e a distinguere i vari piani del racconto.Personalmente questo escamotage usato dalla scrittrice per farci immergere completamente nella vita della sua "sconosciuta" per quanto efficace nella dinamica del racconto tal volta ha reso un po' troppo ingarbugliata la storia, di per sé articolata.In Louise si riescono a distinguere molte personalità, molte sfumature della stessa donna. Con un cambio di registro mai stridente è capace di passare dalla figura di moglie devota a quella di amante sensuale e sanguigna, da figlia rispettosa a donna che va contro le regole. Insieme a Trevor, quindi, prendiamo atto di tutte le varianti di questo unico essere umano e ne apprezziamo anche le imperfezioni che la rendono più affascinante ai nostri occhi.Un particolare che ai miei occhi è apparso un difetto, benché non di estrema gravità, è come è stata sviluppata l'ambientazione della storia. Devo ammettere che sono un'amante di Parigi nell'accezione più viscerale del termine e di conseguenza mi aspettavo qualcosa di più da una scrittrice che a Parigi ha trascorso la prima parte della sua vita.Nel racconto della vita di Louise la città rimane sempre sullo sfondo ma in modo un po' sbiadito, non sono riuscita ad avvertire la frizzante atmosfera che permea l'aria parigina. Avrei preferito che ci fosse più Parigi, ecco tutto.Detto questo, ritengo che Mauli Shapiro abbia fatto un buon lavoro e sia riuscita, con la sua fantasia, a dare voce a una Louise immaginaria ma capace di arrivare fino al lettore. Probabilmente di tutto quello che viene raccontato ci sono poche gocce di verità, eppure il risultato finale è godibile e verosimile, in un modo che non mi aspettavo.
VOTO DEL BLOG:
Good Book. Libro gradevole, per una lettura spensierata.
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