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recensione
Continua l'inquietante trilogia di Blake Crouch ambientata nell'ambigua cittadina che nasconde terrificanti segreti. Circondata da un paesaggio da cartolina, Wayward Pines avrebbe l'aspetto di un moderno paradiso terrestre, se non fosse per la barriera elettrificata che impedisce agli abitanti di uscirne. L'idilliaco villaggio è controllato ventiquattr'ore su ventiquattro sette giorni la settimana da una schiera di tiratori scelti e da un'implacabile sorveglianza che registra ogni parola e ogni gesto. Nessuno degli abitanti sa come è arrivato fin lì: hanno ricevuto istruzioni su dove lavorare, come vivere e chi sposare. Alcuni credono di essere morti. Altri pensano di essere intrappolati in un esperimento incomprensibile. Tutti sognano segretamente di fuggire, ma quelli che ci hanno provato hanno avuto una tremenda sorpresa. Ethan Burke ha visto il mondo che c'è fuori. È uno dei pochi che conosce la verità: Wayward Pines non è soltanto una città. E quello che si trova dall'altra parte del filo spinato è un incubo che supera ogni immaginazione. Ispiratosi a un culto della televisione anni Ottanta, il rivoluzionario "Twin Peaks" di David Lynch, Blake Crouch è riuscito a staccarsi dall'originale e a superare l'inquietudine per entrare nella sfera del terrore puro. La sua trilogia è diventata una serie televisiva con la regia di M. Night Shyamalan, protagonisti Matt Dillon e Melissa Leo, tra gli altri.
Dunque, senza troppo preamboli, ne "I misteri di Wayward Pines" avevamo lasciato Ethan Burke, agente dei servizi segreti, alle prese con una cittadina alquanto curiosa, Wayward Pines, appunto, che sembra un paradiso in terra, ma che in realtà è circondata da un rete elettrificata che non fa entrare né uscire nessuno. Ethan non riesce a comunicare con l'esterno in nessun modo e questo lo porta a voler indagare ancora di più sui misteri di questa cittadina che sembra "approdata" sulla terra per chissà quale scopo, soprattutto considerando che ognuno dei 461 abitanti è tenuto sotto stretta sorveglianza da un sistema di telecamere che si estende per tutta la città.
In questo secondo capitolo della trilogia, lasciamo l'Ethan curioso di scoprire i misteri, per trovare un Ethan che sa cosa è successo e sa perfettamente cosa sia in realtà Wayward Pines. Lo vediamo cercare di adattarsi, con fatica, alla vita all'interno della comunità e lo vediamo anche riallacciare qualche rapporto della sua vecchia vita.
Qui, il nostro protagonista viene incaricato di indagare sull'uccisione di una giovane donna avvenuta in un punto cieco della cittadina: una donna incaricata a sua volta di infiltrarsi in un gruppo di cittadini non propriamente contenti di essersi ritrovati a Pines e che amano passare le loro serate ritrovandosi per ricordare le vecchie vite ormai lontane. In questo romanzo troviamo un Ethan molto più maturo, anche se all'inizio, la sua arrendevolezza agli eventi, mi ha fatto storcere il naso: di fatti, è da all'incirca metà libro in poi che ritroviamo quel lato da agente segreto che non si accontenta di mezze risposte e mezze verità, ma che vuole arrivare fino in fondo alla faccenda fino a rendersi effettivamente conto che, i misteri di Wayward Pines, sono molti di più di quelli che pensava e che, persino l'intero sistema della cittadina non è così infallibile come si pensa.
Oltre al nostro caro protagonista, impariamo a conoscere anche qualche altro personaggio di cui però non posso parlarvi perché rischierei di spoilerare troppo su ciò che accade in queste 300 pagine, ma vi garantisco che ogni singolo personaggio contribuisce a rendere questo romanzo un degno seguito de "I misteri", con la stessa adrenalina - anzi, forse qui un po' di più - e con la continua incertezza sul futuro dei personaggi coinvolti. Qui lo stile del thriller viene fuori come un fiume in piena e lascia dietro di sé ancora qualche interrogativo..da scoprire nel terzo volume, anche perché questo secondo finisce in un modo che non si può fare a meno di recuperare subito il seguito per capire come va effettivamente a finire tutta questa corsa rocambolesca verso le verità di Pines.
Ora sto iniziando a guardare anche la serie tv tratta da questa trilogia e magari ne farò un post più specifico per raccontarvi cosa ne penso. Per ora, vi consiglio, come per "I misteri", la lettura di questo romanzo che si discosta davvero da tutto ciò che ho letto fin'ora e che sta assumendo sempre di più i contorni di una storia di salvezza e di sacrificio, nella quale la natura umana si divide tra chi salva e chi invece distrugge.