Titolo: Wicked Lovely, incantevole e pericoloso (Wicked Lovely #1)
Titolo originale: Wicked Lovely
Autore: Melissa Marr
Editore: Lain – Fazi
Pagine: 360
Anno: 2008
2015 Reading Challenge
7 – Un libro con personaggi non umani
Sinossi
Aislinn vive in una cittadina della provincia americana con la nonna. Va a scuola, frequenta gli amici, e tra questi incontra ogni giorno Seth, diciottenne, capelli blu, piercing e un vecchio vagone di un treno abbandonato come casa; un tipo mozzafiato, sicuro di sé e alternativo, un amico verso cui lei prova sentimenti profondi, al di là dell’amicizia. E la vita di Aislinn è quella di milioni di ragazzi, se non fosse per un aspetto: ha il potere di vedere le fate. Fate malvagie che infestano la città, che si presentano in bande a fare dispetti e spintonare gli umani, fate pagane, maliziose e lascive, creature che possono essere tenute alla larga solo grazie alla presenza del ferro. Aislinn ha imparato a proteggersi da loro facendo finta di non vedere, di non possedere la vista, seguendo i saggi consigli della nonna: non guardare le fate invisibili, non parlare con loro e, soprattutto, non attirarne l’attenzione. Ma quando Keenan, il Re dell’estate, guida del Regno Fatato, decide che la ragazza è destinata a diventare la compagna della sua vita, per Aislinn, ammaliata dalla sua straordinaria bellezza e preda di una strana e calda alchimia che la scuote in ogni parte, diventa difficilissimo allontanarlo: il suo cuore è diviso tra Keenan e l’amico-amante Seth, divenuto nel frattempo custode del suo segreto, in un pericoloso ed eccitante conflitto tra amore eterno e amore terreno.
Lui sussurrò: «Ti prego, fa’ che sia lei…».
Lei strinse lo scettro della Regina dell’Inverno e sperò. Per un attimo fu quasi convinta, poi il gelo la trafisse, il ghiaccio le penetrò nelle vene con la violenza di una cascata di schegge di vetro.
Gridò il suo nome: «Keenan!».
Cercò di raggiungerlo, inciampò, ma lui si stava già allontanando, ogni bagliore ormai spento, ogni attenzione per lei svanita.
E lei rimase sola, con il lupo come unico compagno, in attesa di dire alla prossima ragazza che follia fosse innamorarsi di lui, fidarsi di lui.
Tutti sanno che ho iniziato a leggere questo libro per sbaglio, perché mi è scivolata la mano sul Kobo e si è aperto questo Young Adult al posto del romanzo che volevo effettivamente leggere. Tutti sanno anche che l’ho adorato da subito, un colpo di fulmine letterario imprevisto e assolutamente gradito. Quello che ancora non sapete, però, è se l’attrazione istantanea si è consolidata in qualcosa di più definitivo o se, a distanza di qualche capitolo, è stato brutalmente friendzonato. E anche se non volete saperlo, io ve lo dico lo stesso, perché è proprio a questo che servono le recensioni: a dichiarare l’entità dei propri sentimenti nei confronti di quello che si è letto. Concedetemi un profondo respiro, ecco.
Wicked Lovely, io ti amo.
È una creatura fatata come tutte le altre.
Si concentrò, ripetendo tra sé regole e avvertimenti come una preghiera, una litania che le permettesse di rimanere lucida. Non fissarli, non parlare, non scappare, non provare mai a toccarli. Fece qualche respiro profondo. Non reagire. Non attirare la loro attenzione. Non permettere che capiscano che li vedi. La familiarità di quelle parole l’aiutò a combattere il desiderio, ma non abbastanza per rendere la presenza di Keenan più tollerabile.
Aislinn vede il popolo fatato, creature che possono essere tanto meravigliose quanto crudeli, e da sempre vive seguendo alla lettera le regole che sua nonna, in possesso del suo stesso dono, le ha imposto. Non fosse per questo, la sua vita sarebbe quella di una normalissima ragazza che va a scuola, ha delle amiche e un amico che non è più solo un amico ma nemmeno un qualcosa di più – non in maniera ufficiale quanto meno. Tiene un basso profilo, cerca di ignorare ciò che soltanto lei può vedere, ma nel momento in cui due spiriti iniziano a seguirla, dimostrando molto più interesse nei suoi confronti di quanto non le piaccia ammettere, Aislinn si accorge che le cose stanno per cambiare e che presto dovrà mettere in discussione ogni cosa: Keenan, infatti, il Re dell’Estate in persona, la reclama come sua Regina, nella speranza che possa superare la Prova e porre fine al dominio incontrastato di sua madre, la terribile Regina dell’Inverno. Senza che possa accorgersene, viene privata della sua mortalità e posta davanti ad una scelta che non include, tra le opzioni, il ritorno alla sua vita normale: Aislinn può scegliere di stringere lo scettro di Beira, esponendosi al gelo dell’inverno e al rischio di tramutarsi nella Ragazza d’Inverno – condannata ad allontanare e convincere a diffidare di Keenan ogni futura candidata fino a quando un’altra giovane non prenderà il suo posto – o rifiutarsi di farlo, trasformandosi in una Ragazza dell’Estate – una creatura vincolata al potere del suo Re, preda dei proprio istinti e delle proprie passioni. Sola davanti a qualcosa di molto più grande di lei, Aislinn sarà chiamata a dar prova di grande coraggio nell’affrontare un destino ineluttabile, accettando di giocare ad un gioco di cui non può infrangere le regole ma che – nonostante tutto – potrebbe permetterle se non altro di contrattare le condizioni della sua ineluttabile immortalità.
Con gli occhi ancora chiusi Donia domandò: «Come vi chiamate?».
«Evan».
«Evan», sussurrò Donia. «Mi ucciderà, Evan. Ma non stanotte. Non ancora. Se lascio che la nuova ragazza impugni lo scettro dell’Inverno, mi ucciderà. Come Agatha». Aprì gli occhi e sostenne lo sguardo del giovane. «Temo che finirà così».
«Donia, per favore…».
«No». Si girò. «Non tornerà stanotte».
«Una sola guardia in più». Tese un braccio come se desiderasse stringerla a sé. «Se accadesse qualcosa…».
«Keenan sopravvivrebbe. Ha una nuova ragazza. S’innamorerà presto di lui. Come abbiamo fatto tutte». Con le braccia conserte, si girò per rientrare. Di spalle aggiunse con un filo di voce: «Ci penserò. Domani mi occuperò di ogni cosa».
Quindi rientrò e, chiusa la porta, chiamò Sasha e affondò il viso nel suo manto morbido, cercando di acquietare il respiro.
È successa una cosa strana, con i personaggi di questo romanzo: i protagonisti non mi sono piaciuti, i loro comprimari li ho amati alla follia. Seth è poliedrico, pieno di interessi, dietro i numerosissimi piercing e un pitone come animaletto domestico nasconde una mente brillante, un cuore coraggioso e un animo aperto all’imprevisto, all’inverosimile. Innamorato di Aislinn senza che lei se ne renda pienamente conto, conserva una dignità senza pari in qualsiasi situazione, non si trasforma mai in un cagnolino adorante che vive unicamente in funzione della sua innamorata ma, al contrario, conserva una propria autonomia, un’identità forte che non lo abbandona mai. E Donia, lasciatemelo dire, è semplicemente meravigliosa. Tratta in inganno dalle convinzioni di Keenan, disperatamente innamorata di uno spirito volubile come la stagione di cui è il sovrano, tradita dal suo stesso sentimento e tramutata nella Ragazza dell’Inverno, convive con un gelo che non riesce ad intaccare la sua umanità perduta e con la consapevolezza di essere niente più di una pedina su di una scacchiera dove i giocatori non si fanno scrupoli nel sacrificare persino chi è loro più vicino. Minacciata da Beira da un lato, vincolata al suo sentimento nei confronti di Keenan, Donia è una pallida statua di ghiaccio che custodisce in sé una tormenta trattenuta a fatica, dalla bellezza fragile e commovente; solitario spirito immortale accompagnato dai passi letali di un lupo veste una grazia antica, addolorata. Struggente, nel suo essere vittima di un’ironia crudele, non sarà mai meno che all’altezza del compito che ha abbracciato nel momento in cui si è immolata sull’altare del suo amore. Di Aislinn ho apprezzato la grande forza di volontà, la presenza di spirito, la capacità di riflettere nonostante la situazione rendesse più che legittimo il panico e la determinazione a non cedere al bellissimo di turno perché fedele ai propri valori e alle proprie convinzioni. Ho tremato tutte le volte in cui si è ritrovata nella condizione di perdere tutto, mi sono indignata con lei, ho sofferto al suo fianco, ma nonostante questo non posso dire di essermi sentita particolarmente coinvolta. Sarà che il confronto con Donia la vede perdente in partenza, sarà che non l’ho trovata così eccezionale, ma proprio non mi è riuscito a sentirmi legata a lei. Keenan, infine. Cosa dire? Alterno momenti in cui riesco ad essere comprensiva nei suoi confronti, in cui lo giustifico – in parte – e in cui mi rendo conto che secoli di limitazioni, ricatti e frustrazione hanno un peso su chiunque, figuriamoci su una creatura impetuosa e istintiva come il Re dell’Estate, ad altri in cui proprio no. Ma un no colossale, grande come una casa, impregnato di un rifiuto viscerale nei confronti di questo individuo che dietro la bellezza sfolgorante nasconde un concentrato unico di arroganza, strafottenza, insensibilità alle necessità altrui e calcolo da far rabbrividire per l’orrore. Poche volte ho incrociato un personaggio che, spacciato per il buono della situazione, facesse più paura del cattivo designato. Non me lo aspettavo, non mi aspettavo di avere a che fare con qualcuno così poco curante nei confronti del resto del mondo, così concentrato sul proprio obiettivo da perdere di vista quanto lo circonda e diventare crudele nel distacco con cui si approccia tanto ad Aislinn – da cui sembra essere, in prima battuta, un minimo coinvolto salvo poi smentirsi dopo qualche capitolo – quanto a Donia – che al contrario ha sicuramente amato moltissimo, pur non dando segno di rispettare il suo dolore. Keenan è impressionante, sotto questo punto di vista, ed è perdonabile unicamente nel momento in cui si ricorda che non è un essere umano, ma il signore di un popolo che per definizione è crudele, suscettibile, da evitare a tutti i costi. Nel complesso, ho di gran lunga preferito Seth e Donia ad Aislinn e Keenan.
Donia scosse la testa e aggiunse: «Un’altra ragazza, che un tempo aveva creduto alle sue parole, cercò di dissuadermi».
«Per quale motivo non l’hai ascoltata?», domandò Aislinn rabbrividendo e avvicinandosi ancor di più a Seth.
«Per quale motivo Seth è accanto a te?».
Aislinn non rispose. Fu lui a dire, stringendo la mano di Aislinn: «Per amore».
«Scegli con saggezza, Aislinn. Perché Seth può decidere di lasciarti, di andarsene…».
«Non lo farò», l’interruppe lui.
Risparmiandogli il sorriso che le aleggiava sulle labbra, Donia disse: «Ma puoi farlo, se vuoi. A noi, dopo aver detto sì a Keenan, non è più data la possibilità di tornare indietro. Se diciamo di no…».
«Be’, non è un problema allora, io non sono innamorata di Keenan», dichiarò Aislinn sollevando con fierezza il capo malgrado le tremassero le mani.
«Non ancora, ma lo sarai», disse Donia con dolcezza.
Wicked Lovely è un romanzo interessante. Il tema delle fate è un novità, per me, nel panorama dell’Urban Fantasy, solo per questo si scosta di moltissimo dai soliti orizzonti di vampiri, lupi mannari e fantasmi, e la Marr ha saputo giocare bene con le parole, creando un universo cupo, popolato da esseri dalla bellezza mozzafiato e animati da intenzioni buie, pericolose. Un mondo crepuscolare, decadente, vittima di un gioco di poteri che è precluso alla vista umana ma si consuma quotidianamente, componendo il preludio ad una guerra immortale tra Corti fatate capitanate da sovrani gelosi del proprio potere. L’incastro di eventi è ben studiato, la trama sviluppata in modo tale da lasciarti con il fiato sospeso e un senso di apprensione costante e i personaggi spiccano sullo sfondo grigio di una metropoli che inghiottisce ogni speranza per vestire le sfumature dell’abbandono. Mi sono innamorata di questo clima malinconico, della combinazione ben riuscita di quattro personaggi diversissimi tra loro che intonano un madrigale di storie e personalità avvincenti; in più di un’occasione ho trattenuto il fiato e mi sono sentita impotente, desiderando di poter intervenire in prima persona. Non ho minimamente intravisto, però, il triangolo amoroso che la sinossi prospetta, se devo esser sincera, perché se da un lato è evidente che Seth e Aislinn si piacciono ma non camminano su un sentiero ben definito, dall’altro è chiaro fin da subito che l’interesse di Keenan non reca in sé note di sentimento, ma si basa principalmente sulla necessità di porre fine al dominio della madre e reclamare i suoi pieni poteri con una Regina al suo fianco.
La lettura è veloce, lo spessore della storia enfatizzato dalle citazioni che, in apertura di ogni capitolo, suggeriscono un solido lavoro di ricerca su mitologia e leggende, lo stile è accattivante, evocativo, particolare. Uno Young Adult particolare, diverso dal solito, che apre una saga da tenere a mente e che conto di affrontare al più presto – se non altro perché, quando mi capita di scovare un’autrice che sa combinare ad una buona idea uno stile unico, difficilmente sono capace di lasciarla perdere.