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Recensione: Wolverine - L'Immortale

Creato il 01 agosto 2013 da Giobblin @MrGiobblin
Recensione: Wolverine - L'Immortale
Hugh Jackman nei panni dell'irsuto mutante canadese australiano! Per la sesta volta di fila! Una delle migliori storie di Wolverine, direttamente dal 1982!  Luoghi comuni sul Giappone a go-go! Ninja! Katane! Akihabara! Samurai! Yakuza! Onore! Inchini! Love hotel! Bombe atomiche! Seppuku! Shinkansen! Mancava solo Godzilla! Tutto questo e molto di più in The Wolverine, aka Wolverine: L'Immortale... l'attesissimo sequel del disastroso X-Men- Conflitto Finale (2006), capolavoro di Brett Ratner capace di distruggere in due secondi tutto ciò che era stato fatto di buono da Bryan Singer coi primi due film dedicati ai mutanti Marvel. Come si risolleva un franchise dopo una trilogia finita male e un maldestro tentativo di prequel, l'orrido X-Men Origins: Wolverine? Semplice: si prende il personaggio preferito dal grande pubblico (sempre Wolverine, appunto) e lo si mette alla guida di uno spinoff/sequel slegato dalle precedenti vicende, con la speranza di dare vita ad un nuovo corso.
Recensione: Wolverine - L'Immortale
The Wolverine non può considerarsi un esperimento totalmente riuscito, ma è sicuramente un grande passo verso la giusta direzione. Dopo una fase di pre-produzione piuttosto travagliata (doveva essere girato da Darren Aronofsky, poi sostituito da James Mangold) e numerose modifiche al progetto originale (da prequel di X-Men a sequel della trilogia) The Wolverine ha finalmente visto la luce coronando il sogno di Jackman, grandissimo appassionato della "saga giapponese" di Chris Claremont e Frank Miller. Purtroppo il risultato finale ricorda solo in maniera molto vaga la storia originale, che per esigenze di continuity cinematografica e/o immediatezza ha subito pesanti modifiche. La love story tra Logan e la stupenda Mariko Yashida (Tao Okamoto) diventa una classica infatuazione alla James Bond piuttosto che un rapporto con profonde radici nel passato di entrambi; il triangolo amoroso con Yukio viene totalmente scartato; i due villain principali, Viper e Silver Samurai, sono altrettanto irriconoscibili e piuttosto superflui ai fini della storia; e l'intera sottotrama con Logan (quasi) privo di poteri, pur essendo un'interessante aggiunta, non viene esplorata in maniera soddisfacente.
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Nonostante numerose sviste o ingenuità, tuttavia, il film di Mangold funziona per almeno due terzi della sua durata confezionando una storia di supereroi intima e concentrata sul personaggio. E' bello ogni tanto assistere ad una pellicola in cui le sorti del mondo, dell'umanità e dell'universo non poggiano sulle spalle del protagonista, e il percorso interiore di Logan- ancora scosso dalla morte di Jean Grey e dagli eventi di Conflitto Finale- è riportato sullo schermo in maniera soddisfacente. L'innegabile talento di Jackman aiuta non poco in tal senso: l'attore è perfettamente a suo agio nei panni del personaggio e il suo entusiasmo è palpabile, anche dopo più di dieci anni dal primo X-Men. Dopo la prima ora e mezza dal vago sapore bondiano The Wolverine si ricorda di essere un film di supereroi e cerca di concludere la storia con un finale epico- mancando clamorosamente il bersaglio. La parte con L'Immancabile Laboratorio Sotterraneo (Tm) e Viper (Svetlana Khodchenkova) in costumino verde, roba che neanche Uma Thurman in Batman & Robin, raggiunge livelli di camp assurdo.
Recensione: Wolverine - L'Immortale
Il terzo atto conclude in maniera piuttosto moscia quanto di buono era già stato fatto in precedenza.  La scena del combattimento sul treno, tanto sbeffeggiata dopo il trailer, è invero uno dei momenti più adrenalinici del film- per il resto, le zuffe tra Logan e i gangster/ninja lasciano parecchio a desiderare, tra shaky-cam (che io ODIO con tutto me stesso) e violenza tanto, troppo edulcorata. Speriamo in una futura versione uncut con almeno un paio di gocce di sangue, altrimenti a che pro parlare di un mutante che squarta la gente con gli artigli?
Recensione: Wolverine - L'Immortale
Recensione: Wolverine - L'Immortale
Alla fine della fiera The Wolverine è un film discreto, pieno di potenziale ma incapace di esprimerlo appieno.  Per fare una battuta scontatissima potremmo dire che i suoi artigli sono piuttosto smussati (hohoho!). Si lascia guardare senza troppi problemi, di sicuro, e la scena post credits (che rimanda al prossimo X-Men: Days of a Future Past) alza notevolmente il valore della pellicola nel suo insieme. Ora tocca a Bryan Singer risollevare le sorti del franchise mutante: Wolverine ha lanciato un buon assist, ma presa singolarmente questo film non lascia grandissime impressioni. Buono per una serata tra amici, comunque. E decisamente meglio di quell'aborto insensato di Origins. Se guarderete un solo film di Wolverine nella vostra vita, per amor del cielo, scegliete questo.
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