[Recensione] World War Z di Max Brooks

Creato il 05 febbraio 2013 da Queenseptienna @queenseptienna

Titolo: World War Z

Autore: Max Brooks

Editore: Cooper

ISBN: 9788873940722

Pagine: 307

Prezzo: circa 12 euro

Voto:

Trama: Comincia in uno sperduto paesino della Cina. E subito dilaga in tutto il mondo. La piaga, la peste ambulante, l’epidemia. La guerra degli zombi. Creature mostruose che contagiano e fagocitano il nostro pianeta, la nostra casa. I sopravvissuti sono pochi. Una storia irreale? Il semplice parto della fantasia di uno scrittore? Forse. Max Brooks, con l’artificio di una raccolta di interviste “sul campo”, dà vita a un affresco in cui le tante e diverse voci ricreate e animate in questo libro parlano di guerra, sofferenza e solitudine, ma anche di speranza, coraggio e nobiltà.

Recensione: Signori e signore bentrovati di nuovo fra queste righe per la recensione di una piccola perla della letteratura zombesca: World War Z. Il libro in questione, discostato dal mio canone, è stato un incognita sino al momento di prenderlo in mano e iniziare a leggerlo, poiché lo si può definire quasi un romanzo epistolare.

Composto da molti estratti, interviste e racconti in prima persona, narra la storia della faticosa vittoria del genere umano sulla piaga zombie attraverso gli occhi di chi la guerra l’ha vissuta, riuscendo a sopravvivere per raccontarlo.

Proprio per queste sue caratteristiche redigere una valutazione generale è cosa complessa, poiché ogni estratto è una storia a parte, raccontata in modi e toni differenti. Non tutte le storie sono legate, molte di esse si intrecciano in modi più o meno sottili, creando una rete di esperienze globali.

Ma andiamo con ordine, senza incasinarci troppo. L’idea di base per la piaga è tanto semplice quanto oscura: un’infezione sconosciuta si propaga dal cuore della Cina, uccidendo e trasformando gli esseri umani in macchine assassine assetate di carne. Tutto molto semplice e accettabile, molto buona l’idea perché tratta l’infezione sin dagli albori, rendendo perfettamente l’idea di come si possa diffondere nel tempo, partendo da un piccolo villaggio cinese per finire a decimare la popolazione mondiale.

Il veicolo più potente per questa piaga è la stupidità, assieme alla paura. La stupidità della gente che non sa come trattare la situazione e fugge a gambe levate portandosi dietro gli infetti e diffondendo il virus oltre i confini e le zone di quarantena, il mercato degli organi per trapianti illegali che diffonde il virus attraverso gli organi infetti di cinesi morti, la cecità dei governi del primo mondo che si rifiutano di riconoscere la minaccia sino alla disperazione.

In questo quadro apocalittico l’autore riesce a dare un buon crescendo alla storia, incubandola e portandola sino a un culmine epico, per poi riuscire a concluderla facendo prevalere in modo glorioso (seppur risicato) il genere umano.

Proprio la differenza delle varie storie, dei personaggi e delle ambientazioni riesce a dare alla storia una visione globale e completa, come non riuscirebbe un romanzo normale. Ogni estratto è più o meno breve, tratta della storia del personaggio e di come ha vissuto la piaga dei non morti nel suo paese.

Ogni governo e ogni persona ha vissuto e fatto vivere la piaga in modi diversi, dando modo all’autore di creare storie sempre diverse capaci persino di far provare qualcosa a ME, il che è tutto dire. Ogni protagonista, perché in un modo o nell’altro sono tutti protagonisti, escluso l’intervistatore, viene reso alla perfezione nel suo essere semplicemente un umano che ha visto l’apocalisse avvicinarsi a casa propria sino a sentirla sfondare la porta.

L’impotenza verso questo esercito sempre folto e inarrestabile, la paura di un nemico che non si può spaventare o fermare, il dramma di vedere ogni amico morto aggiungersi alle fila del nemico. Questi sono solo alcuni dei temi affrontati dall’autore, la religione, la politica del disastro e la filosofia dietro ogni metodo o piano di risoluzione sono ripresi e affrontati in un modo che sembra troppo reale, purtroppo.

Anche in questa realtà si vede la cura dell’autore, nella vita di tutti i giorni della gente, di come le persone si muovono o agiscono, dell’ottica ristretta e diffidente dei governi (i quali secondo me agirebbero nella realtà esattamente come nel libro), l’impotenza iniziale degli eserciti e delle loro armi, l’inutilità della tecnologia, l’eroismo del singolo che riesce a prevalere e dell’unione creata dalla crisi, specialmente di come serva una vera e propria apocalisse per unire il genere umano sotto un unica bandiera.

Non starò a spoilerare altro, vista la prossima uscita del film nella prima metà del 2013 mi aspetto una campagna di rilancio che porterà nuova luce a World War Z, consentendo anche a chi non lo conosce di leggerlo e apprezzarlo.

Non manca però di lati negativi, nonostante sia un’opera completa e apprezzabile, non è priva di difetti. A volte la narrazione si perde in dettagli inutili, approfondisce poco personaggi interessanti che non appariranno più o toglie spazio ad altri raccontando momenti di cui si potrebbe (a mio avviso) fare a meno.

Anche nella forma l’ho trovato piuttosto approssimativo (sarà forse la mia versione in epub?) e forse editato male. Si contano molti refusi, parole mal scritte o lettere che appaiono a caso nelle frasi, confondendo un po’ il lettore. Sono presenti in molti capitoli, sporadici quel tanto che basta da non stancare e far gettare via il libro, ma comunque facili da notare anche per il lettore poco attento.

Nel complesso una storia da cinque stelle, da amante del genere posso dire di averla letta con piacere e di averne apprezzato la cruda realtà, non troppo violenta o troppo ristretta su ciò che non serve, pienamente consigliata a tutti!


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