Ci sono cose che tutti i lettori compulsivi hanno provato almeno una volta nella loro vita. Tra queste, una è sicuramente quella sensazione di piacevole sorpresa seguita da ossessione crescente di fronte a un libro iniziato per puro caso, che si rivela essere il romanzo perfetto per voi, per cui il vostro Olimpo Degli Autori si spalanca, invita gentilmente l'autore a entrarvi, e si richiude sbarrando l'accesso a chiunque non sia quella persona capace di farvi perdere la testa. Seguono diversi giorni di crisi psicologica immotivata, perché anche se nel libro non sta succedendo nulla voi vi sentite comunque tirati in causa, vorreste vivere con quei personaggi e ridere con loro delle cose più stupide.
Benvenuta, Anne!
Written in Red è stata una scoperta molto, molto piacevole... Sbocciata in dolce ossessione. Principalmente mi aspettavo uno YA Urban Fantasy (ingannata dalla cover) e mi sono ritrovata con un romanzo Adult e non proprio "Urban" - WiR è infatti ambientato in un mondo quasi parallelo, che può avere qualche somiglianza con il nostro ma di base è completamente diverso. La storia, sin dall'alba dei tempi, segue i canoni del Fantasy, andando poi ad aggiungere elementi moderni da un lato e dall'altro una mitologia composta dai "Terra indigene", anche noti come gli "Altri", che rappresentano nella piramide alimentare la razza dominante. In parole povere, nel momento in cui l'uomo decise di espandere i propri domini (colonizzare, insomma), scoprì che un'altra razza aveva già raggiunto lo scalino più alto a Namid (la loro Terra) - una razza che vedeva e vede tutt'oggi gli umani come carne intelligente, i cui antenati furono lasciati in vita solo grazie agli scambi commerciali che la tecnologia dell'uomo permise. Adesso il mondo è diviso (in modo parecchio iniquo): da un lato vi sono gli uomini come li conosciamo, dall'altro ci sono gli Altri - metamorfi, Sanguinati (vampiri), Elementali (dal nome, governano gli elementi) e molti, molti altri, dalle forme più disparate. I terra indigene possiedono le risorse primarie (acqua, per dirne una), cosa che pone diversi paletti agli umani: entrambe le razze hanno i loro governi, le loro regole, le loro terre... Ma tra i due vigono leggi non scritte, patti antichi stipulati per la sopravvivenza della carne intelligente e davvero poca tolleranza. I contatti tra le razze sono minimi e la maggior parte avviene grazie ai "Cortili", territori interni alle città umane appartenenti agli Altri, i cui leader hanno il compito di sorvegliare gli uomini per garantire l'ubbidienza alle regole. In tutto questo gran popò di roba si sviluppa la storia principale, che in questo primo volume della saga va molto, molto a rilento. Non mi metterò ad anticiparvela, per quello c'è già la sinossi qui sopra, posso però dire che l'autrice riesce grazie anche alle basi gettate nel world-building (che è, come avete potuto vedere, abbastanza impressionante per un urban fantasy) a coinvolgere nonostante la lentezza della storia - necessaria a mio parere, dando numerosi input per quello che avverrà in seguito.
I Lupi erano grossi e spaventosi e così morbidi, come si poteva resistere alla tentazione di abbracciarne uno solo per sentire tutta quella pelliccia?Le cose che mi sono piaciute sono tante, forse troppe - e hanno sommerso qualsiasi nota negativa che potessi aver trovato. Si potrebbe dire che abbia avuto la fortuna di annusare (lol) un libro adatto a me: tutti i personaggi mi sono entrati a loro modo nel cuore e difficilmente potrei lodarne uno più di un altro. Tutti hanno avuto una loro caratterizzazione, persino i personaggi secondari, e in poco tempo tra loro si è creato un senso di familiarità e protezione reciproca, unione, che mi ha coinvolta in modo imbarazzante. Meg, la ventiquattrenne innocente che non ha mai vissuto veramente, Simon il Lupo Alfa, il cui istinto protettivo verso il proprio branco impressiona sempre e comunque, Vlad e i suoi sorrisi affabili, Tess e i suoi capelli di mille colori, Henry e la sua passione per il legno e il miele, l'ossessione dei Lupi con i biscottini...
"Ignora la morbidezza," mormorò tra sé e sé. "Ricorda la parte in cui sono grossi e spaventosi."
Avete afferrato il concetto, no?
Accanto a questa sensazione di calore (in cui l'autrice ha scelto di evitare il romance, iniziando però a coltivare un interessante slow burn tra due dei protagonisti), si è aggiunto il lato più spaventoso e grottesco della storia che ha permesso di catturare l'assenza di umanità dei terra indigene. Il climax finale, inoltre, anche se definito da alcuni un po' affrettato è stato per me perfetto nel complesso che era già riuscito a conquistarmi abbastanza da godermi tutto nel migliore dei modi.
Che dire? Romanzo consigliato a chi voglia provare a uscire dalla lettura dei soliti romanzi per ragazzi. Written in Red è un libro più maturo, che non manca di un velo di ironia controbilanciato dall'estraneità dell'ambientazione e degli Altri, così come dalla crudezza di alcune scene. 5 gusci su 5. Potete acquistare Written in Red qui!