Ambra Angiolini è cresciuta. Lo so, non è una grossa novità per chi, in questi ultimi anni, ha avuto modo di ammirarla in certe sue performance cinematografiche e teatrali (mentre dalla tv pare essersi defilata, almeno per il momento). Ma godere dal vivo, a pochi centimetri di distanza, dei frutti di una maturazione così sorprendente fa tutto un altro effetto. Sì, Ambra è cresciuta, e il testo di Stefano Benni, "La misteriosa scomparsa di W", andato in scena nei giorni scorsi al Teatro dell'Archivolto di Genova, ne ha esaltato i magnifici progressi artistici e di personalità. I CONTROVERSI ESORDI - Maturazione sorprendente, si è detto. Beninteso, non per mancanza di fiducia nel talento della ex ragazzina prodigio di "Non è la Rai", quanto perché il passaggio da ciò che Ambra è stata e ciò che è diventata adesso risulta perfino spiazzante, tanta è la distanza fra le due fasi della sua carriera. Ma forse per troppo tempo si è dato peso eccessivo a quel lontano e controverso debutto nel mondo dello spettacolo, al personaggio dell'adolescente frivola e un po' petulante cucitole addosso da Gianni Boncompagni. Per anni si è parlato con sufficienza della subrettina in erba che pilotava il celebre programma pomeridiano "imbeccata" dallo stesso Boncompagni tramite auricolare (pare che andasse veramente così, e ci sono video sul web che lo dimostrerebbero, nonostante Gigi Vesigna, in un suo recente libro sul Festival di Sanremo, abbia sostenuto che fosse tutta una montatura, che Ambra facesse da sola: ma il deludente volume dell'ex direttore di Sorrisi è pieno di strafalcioni, e non mi sorprenderebbe che anche in questo caso abbia preso un granchio clamoroso ...). Già fin dalla spigliata conduzione del Dopofestival 1996, quando seppe tener testa autorevolmente a un Pippo Baudo nervoso oltre il livello di guardia, si capì che, sotto la scorza della fanciulla ilare a uso e consumo della tv commerciale c'era qualcosa di più, del "materiale" su cui lavorare con buone speranze. IL TESTO DI BENNI - Così, vent'anni o giù di lì dopo "Non è la Rai", ecco la nuova Angiolini. Classe pura, certo, ma anche applicazione, studio, voglia di migliorarsi, doti che non tutti posseggono e senza le quali è impossibile sfondare, anche se madre natura ti ha fatto dono di tutto il talento di questa terra. "La misteriosa scomparsa di W" è un'opera che, nella sua resa teatrale, guadagna in misura esponenziale dalla performance di Ambra, sola sul palco ma abilissima a "riempire" la scena. "V" è il nome della problematica donna protagonista dello spettacolo: un nome criptico ma neppure tanto, perché "V" è alla ricerca di "W", ossia del suo completamento. Una donna incompiuta, quindi, insoddisfatta e tormentata, che sul palco si racconta, mettendo a nudo una vita variopinta e accidentata, a tratti improbabile e immaginifica, in cui il suo cammino si è sempre fermato a un passo dalla felicità, deragliando costantemente verso la sofferenza. C'è di tutto nel percorso di questa ragazza: il disincanto verso la realtà e gli uomini che la popolano, disincanto che compare già poche ore dopo esser stata messa al mondo, gli psicofarmaci come sostegno e come prigione, amicizie e amori che finiscono in maniera traumatica, ma anche il confronto, fra sarcasmo e paradosso, coi grandi temi sociali, dal razzismo alla guerra. MATTATRICE - Un racconto di vita ma anche un viaggio nei più complicati meandri della psiche, tratteggiato con l'arguzia di Benni. Un viaggio che, pur dipanandosi in buon equilibrio fra leggerezza ed elaborata raffinatezza narrativa, a tratti, e soprattutto nel finale, inciampa in una complessità che rende il testo non propriamente alla portata di tutti. Ma ci pensa Ambra a "domarlo", donandogli un surplus di godibilità e intensità; è quasi un one woman show, in cui l'attrice romana mostra di saper frequentare con eguale efficacia tutti i registri: passa con disinvoltura dal comico al drammatico, sa regalare momenti di autentica ilarità, sostenuta da mimica e gestualità convincenti (ma non invasive) ma anche commuovere, con assoluta padronanza dei tempi recitativi. Insomma, "La misteriosa scomparsa di W" è soprattutto lei, la ragazzina "made in Fininvest" oggi artista a tutto tondo, che, ne sono sicuro, "deflagrerebbe" con ancor più energia in un monologo più "nazionalpopolare", regalandoci magari una nuova mattatrice buona per tutti i palchi e tutti gli schermi, grandi e piccoli.
Recensioni dal teatro: ambra mattatrice in "la misteriosa scomparsa di w"
Creato il 22 gennaio 2014 da CarlocaAmbra Angiolini è cresciuta. Lo so, non è una grossa novità per chi, in questi ultimi anni, ha avuto modo di ammirarla in certe sue performance cinematografiche e teatrali (mentre dalla tv pare essersi defilata, almeno per il momento). Ma godere dal vivo, a pochi centimetri di distanza, dei frutti di una maturazione così sorprendente fa tutto un altro effetto. Sì, Ambra è cresciuta, e il testo di Stefano Benni, "La misteriosa scomparsa di W", andato in scena nei giorni scorsi al Teatro dell'Archivolto di Genova, ne ha esaltato i magnifici progressi artistici e di personalità. I CONTROVERSI ESORDI - Maturazione sorprendente, si è detto. Beninteso, non per mancanza di fiducia nel talento della ex ragazzina prodigio di "Non è la Rai", quanto perché il passaggio da ciò che Ambra è stata e ciò che è diventata adesso risulta perfino spiazzante, tanta è la distanza fra le due fasi della sua carriera. Ma forse per troppo tempo si è dato peso eccessivo a quel lontano e controverso debutto nel mondo dello spettacolo, al personaggio dell'adolescente frivola e un po' petulante cucitole addosso da Gianni Boncompagni. Per anni si è parlato con sufficienza della subrettina in erba che pilotava il celebre programma pomeridiano "imbeccata" dallo stesso Boncompagni tramite auricolare (pare che andasse veramente così, e ci sono video sul web che lo dimostrerebbero, nonostante Gigi Vesigna, in un suo recente libro sul Festival di Sanremo, abbia sostenuto che fosse tutta una montatura, che Ambra facesse da sola: ma il deludente volume dell'ex direttore di Sorrisi è pieno di strafalcioni, e non mi sorprenderebbe che anche in questo caso abbia preso un granchio clamoroso ...). Già fin dalla spigliata conduzione del Dopofestival 1996, quando seppe tener testa autorevolmente a un Pippo Baudo nervoso oltre il livello di guardia, si capì che, sotto la scorza della fanciulla ilare a uso e consumo della tv commerciale c'era qualcosa di più, del "materiale" su cui lavorare con buone speranze. IL TESTO DI BENNI - Così, vent'anni o giù di lì dopo "Non è la Rai", ecco la nuova Angiolini. Classe pura, certo, ma anche applicazione, studio, voglia di migliorarsi, doti che non tutti posseggono e senza le quali è impossibile sfondare, anche se madre natura ti ha fatto dono di tutto il talento di questa terra. "La misteriosa scomparsa di W" è un'opera che, nella sua resa teatrale, guadagna in misura esponenziale dalla performance di Ambra, sola sul palco ma abilissima a "riempire" la scena. "V" è il nome della problematica donna protagonista dello spettacolo: un nome criptico ma neppure tanto, perché "V" è alla ricerca di "W", ossia del suo completamento. Una donna incompiuta, quindi, insoddisfatta e tormentata, che sul palco si racconta, mettendo a nudo una vita variopinta e accidentata, a tratti improbabile e immaginifica, in cui il suo cammino si è sempre fermato a un passo dalla felicità, deragliando costantemente verso la sofferenza. C'è di tutto nel percorso di questa ragazza: il disincanto verso la realtà e gli uomini che la popolano, disincanto che compare già poche ore dopo esser stata messa al mondo, gli psicofarmaci come sostegno e come prigione, amicizie e amori che finiscono in maniera traumatica, ma anche il confronto, fra sarcasmo e paradosso, coi grandi temi sociali, dal razzismo alla guerra. MATTATRICE - Un racconto di vita ma anche un viaggio nei più complicati meandri della psiche, tratteggiato con l'arguzia di Benni. Un viaggio che, pur dipanandosi in buon equilibrio fra leggerezza ed elaborata raffinatezza narrativa, a tratti, e soprattutto nel finale, inciampa in una complessità che rende il testo non propriamente alla portata di tutti. Ma ci pensa Ambra a "domarlo", donandogli un surplus di godibilità e intensità; è quasi un one woman show, in cui l'attrice romana mostra di saper frequentare con eguale efficacia tutti i registri: passa con disinvoltura dal comico al drammatico, sa regalare momenti di autentica ilarità, sostenuta da mimica e gestualità convincenti (ma non invasive) ma anche commuovere, con assoluta padronanza dei tempi recitativi. Insomma, "La misteriosa scomparsa di W" è soprattutto lei, la ragazzina "made in Fininvest" oggi artista a tutto tondo, che, ne sono sicuro, "deflagrerebbe" con ancor più energia in un monologo più "nazionalpopolare", regalandoci magari una nuova mattatrice buona per tutti i palchi e tutti gli schermi, grandi e piccoli.
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