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Recensioni Film - “La ragazza della porta accanto” di Gregory M. Wilson

Creato il 07 luglio 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Monday, 07 July 2014 12:00
Scritto da Alberto Sonego
Recensioni Film - “La ragazza della porta accanto” di Gregory M. Wilson“La ragazza della porta accanto” di Gregory M. Wilson è il film recensito oggi da LetteraturaHorror.it La ragazza della porta accanto (The girl next door) è una produzione statunitense del 2007. Regia di Gregory M. Wilson, con Blanche Baker, Daniel Manche e Blythe Auffarth.
La pellicola è tratta dall'omonimo romanzo di Jack Ketchum, che è presentato all'inizio del film ed il cui personaggio coincide con la figura del protagonista. TRAMA - La trama nasce infatti come la ricomposizione di un ricordo di David, il quale – allora adolescente – incontra per caso Meg, al fiume: tra i due nasce subito una forte amicizia. Presto il protagonista scopra che Meg e sua sorella Susan, sue vicine di casa, sono state affidate a Ruth Chandler dopo la morte dei genitori. Ma gli amici di David e Ruth, madre di questi, hanno intenzioni tutt'altro che amichevoli nei confronti delle due ragazze; e ben presto l'inquietudine si tramuta in terrore... RECENSIONE - Un mix di devianza e sadismo coinvolgono lo spettatore in un vortice di depravazione “tratto da una storia vera”, avvincente e raccapricciante tanto da sembrare irreale (ma irriducibile alla fiction). I dialoghi fanno il loro lavoro, anticipando di volta in volta la suspense della scena successiva: l'ennesimo orrore e l'ennesima “idea” di Ruth, la quale, per educare i figli ed i loro amici a diventare uomini, fa di Meg la propria cavia.
Eccellente interpretazione di Blanche Baker. La trama tiene lo spettatore letteralmente incollato allo schermo. Sono assenti momenti morti o storie parallele: la narrazione riproduce uno svolgimento naturale , permesso anche dal montaggio efficace delle scene. TEMI - Le tematiche che l'autore prima ed il regista poi suggeriscono, attraverso questa narrazione, riguardano in primo luogo la distinzione fra bene e male nella formazione dell'individuo ad opera degli adulti e dalla loro influenza): è possibile emanciparsi dal senso comune? Il contesto storico gioca la propria parte in questo confronto a cui lo spettatore viene obbligato, in più punti della pellicola. Un secondo tema, prettamente politico, è poi quello della disumanizzazione e delle reificazione dell'essere umano, il quale diventa appunto l'oggetto su cui Ruth permette ai propri figli di “far pratica”. Il film ha avuto un discreto successo ed è stato recentemente tradotto in italiano. Stephen King l'ha definito “il primo film americano autenticamente scioccante da Henry – ritratto di un serial killer; […] il lato oscuro di Stand by me – ricordo di un'estate”.

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