You’re going to sleep and wake up. It’d be as if these hours never existed. You won’t even dream.Sleeping Beauty é uno di quei film dove sembra non succedere mai nulla, dove la protagonista ti sembra essere statica e immobile per tutto il film, ed é solo alla fine che ti rendi conto che qualcosa é veramente successo e che lei ha vermente fatto qualcosa ed é "mutata" in qualche modo. Il film passa da inquadrature artistiche e quasi surreali ad altre più geometriche e piane.Quest'atmosfera quasi onirica da un lato riflette l'esistenza stessa e la personalità della protagonista, una sorta di lolita moderna interpretata da Emily Browning, dall'altra sembra fare l'occhiolino alle opere di Kubrick. Invero, la regista sembra rifarsi a lui anche per le tematiche sessuali, qui riproposte in una nuova veste e viste dal punto di vista femminile. A Kubrick (2001: Space Odyssey) si rifanno anche i primi minuti del film, dove la squisita attenzione ai dettagli estetici e la bellezza della protagonista sono usate per creare un netto contrasto con le successive ed inquietanti sequenze.
La protagonista é un'altra lost girl, un peronaggio di certo ambiguo, che fin dall'inizio sceglie di non scegliere: lei non si droga, viene drogata; lei non dorme con altri uomini, sono gli (altri) uomini che dormono con lei e "abusano" del suo corpo. Lucy finisce per essere realmente una bella addormentata, un oggetto inanimato a disposizione dei pervertiti più facoltosi.
Interessante é notare come, attraverso tutto il film, la sola scelta che lei decide di fare é piazzare una microcamera per registrare l'ultima visita di un cliente. Curiosa, infatti, decide di voler sapere cosa accade quando lei é incosciente e quello che scopre, oltre ad essere estremamente scioccante, é infinitamente lontano da ciò che si aspettava - e da ciò che accade in realtà. Quello che scopre non la fa sentire la vittima che credeva di essere, ma la fa sembrare l'artefice (del suo destino e della sua vita). Quello che Lucy vede sono corpi addormentati, letteralmente privi di vita e statici. Ed é solo alla fine che lei realizza cos'é realmente successo e, piangendo di paura e orrore, sembra voler fuggire dall'inquadratura e dallo schermo, in cui ella stessa di é imprigionata.
Emily Browning da un'interpretazione sublime del personaggio, provando di essere un'attrice eccellente e finalmente uscendo dai panni di Violet Baudelaire (Lemony Snicket's A Series of Unfortunate Events) e accantonando definitivamente quelli di Babydoll (Sucker Punch).
È un film che non mi sento di consigliare a chiunque poiché resta su quel genere a metà tra il WTF am I watching (come già Womb) e il wow, ma dipende tutto da chi lo guarda, dalla sua apertura di mente e dalla sua capacità di apprezzare, prima di giudicare un film (o qualunque cosa) come vuoto e noioso perché non succede nulla - ebbene, quello é giusto il cuore del film e del non agire della protagonista.