"Tienimi la manina."
"Non ci penso neanche, Robert."
"Veramente non ce l'avevo con te Noomi, dicevo a Jude!"
Non avevo amato Sherlock Holmes 1. Anzi, avevo sbadigliato parecchio con Sherlock Holmes 1. Con questo Sherlock John Holmes 2 le cose non è che siano cambiate parecchio, però se non altro l’ho apprezzato un filino di più. Un filino. Soprattutto la prima parte, giocata sul rapporto bromantico tra gli ottimi Robert Downey Jr. e Jude Law. Tra qualche momento ironico e un cicinin di malinconia che affiora nel personaggio di Sherlock, mentre vede l’amico (sicuri siano solo amici???) Watson dirigersi all’altare. Una parte che avrebbe meritato maggiore approfondimento, mentre invece nel secondo, lunghissimo, estenuante tempo si procede tra scenone action in cui l’ex Mister Madonna cerca di dare sfoggio di talento, finendo solo per risultare un terzo fratello Wachowski arrivato fuori tempo massimo. Il bullet time è passato di moda da più di 10 anni, Guy Richie Rich! Bene Jared Harris da Mad Men come cattivo, mentre è piuttosto inutile la donna che si faceva odiare dagli uomini Noomi Rapace in ridicola versione Zingara. Spero almeno che faccia calare la luna nera su Sherlock prima che decidano di fare un terzo capitolo. Lo so, non mi illudo: tanto lo faranno comunque… (voto 5,5/10)
"Dici a me? Ma dici a me? Con chi stai parlando? Non ci sono che io qui. "
Albert Nobbs (UK 2011) Regia: Rodrigo Garcia Cast: Glenn Close, Mia Wasikowska, Aaron Johnson, Janet McTeer, Pauline Collins, Jonathan Rhys-Meyers, Brendan Gleeson Genere: transAlbert Nobbs, o anche Albert Snob. Nel senso che lo potete snobbare tranquillamente. La storia di partenza era pure una di quelle dal notevole potenziale: nella Dublino del XIX secolo, la protagonista è una donna che si finge uomo per lavorare come cameriere in un hotel. Per la serie: c’è gente che fa strane cose nella vita… Uno spunto che poteva mettere in gioco una serie di questioni parecchio complicate e interessanti, come la confusione sessuale, il travestitismo (Almodovar c’avrebbe sguazzato come un bambino che fa il bagno con le paperelle), il maschilismo della società di allora, magari riflesso in quello della società attuale. Invece, nulla di tutto questo. Albert Nobbs si limita ad essere un episodio mal riuscito di Downton Abbey, con una qualità nei dialoghi parecchio inferiore, ed è un filmetto in costume che non va da nessuna parte. Nonostante la nomination agli Oscar e gli osanna vari ricevuti in giro, ho trovato davvero rigida l’interpretazione di Glenn Close. Attrice spesso strepitosa, da Attrazione fatale alla mia amata serie tv Damages, ma che qui si limita ad essere un manichino, o un mimo come giustamente notato da Perso nella sua rece. Tra le poche cose da salvare non c’è nemmeno Janet McTeer, pure lei inspiegabilmente nominata agli Oscar come miglior non protagonista, bensì la ormai solita piccola grande Mia Wasikowska, a 22 anni già una garanzia del cinema mondiale. Per il resto: Albert Snob, un film da snobbare. (voto 4/10)
"Ci ha dato lo stesso voto di Albert Nobbs? Facciamo saltare in aria questo sito!"
Four Lions (UK 2010) Regia: Christopher Morris Cast: Riz Ahmed, Arsher Ali, Nigel Lindsay, Kayvan Novak, Adeel Akhtar, Benedict Cumberbatch Genere: auto sbranatoOttima l’idea di partenza: sdrammatizzare su un gruppo di terroristi/pseudo-terroristi islamici. Risultato? Per nulla divertente come commedia, assolutamente non credibile come pellicola seria. Anche la meno riuscita delle puntate di South Park è molto più feroce, spassosa e politically incorrect di questo dimenticabile e inutile filmetto, con quattro agnellini altroché leoni che fanno passare Borat come il re della satira politico-religioso-sociale. Io che parlo male di una produzione britannica è una cosa che non si vede praticamente (quasi) mai, figuriamoci quando ne stronco due. Eppure, Albert Nobbs e Four Lions sono due film davvero usciti male, let’s say the truth, all the truth and nothing but the truth. (voto 4 (lions)/10)
"Che i Sex Pistols non si demoralizzino.
Anche al primo concerto di Justin Bieber eravamo in pochissimi..."
Film che racconta, che fa (ri)vivere la scena musicale di Manchester tra la fine dei 70s e l’inizio dei 90s, attraverso la Factory Records, i Joy Division, gli Happy Mondays, il club Hacienda. Al centro di tutto ci sta il giornalista, produttore e mattatore della scena Tony Wilson, interpretato da un Steve Coogan non eccezionale, ma d’altra parte è un attore che a me fa piuttosto cacare ed è il limite maggiore del film. A parte questo nemmeno troppo piccolo dettaglio, la pellicola è una gran bella avventura sonora tutta da vedere e da ascoltare, sebbene la figura di Ian Curtis sia trattata un po’ alla ca**o di cane, soprattutto in confronto a Control, e la regia di Michael Winterbottom non è che faccia gridare al miracolo, nonostante qualche pretestuoso tentativo arty qua e là. Il suo pregio è però quello di essere un film in cui si sente l’eccitazione per la musica, vissuta con grande partecipazione, passando dal punk alla dance. This is Madchester. (voto 7-/10)
"Hai preso i Coco Pops? Certo che tu i tuoi figli li vizi proprio!"
Animal Kingdom (Australia 2009) Regia: David Michod Cast: Joel Edgerton, Jacki Weaver, Guy Pearce, Ben Mendelsohn, Luke Ford, Laura Weelwright, Mirrah Foulkes Genere: animalescoPellicola australiana criminal-famigliare che parte con buone intenzioni, qualche battuta divertente che avrà fatto sghignazzare parecchio Tarantino (dichiarato estimatore del film), ma quando l’unica idea di regia è piazzare un paio di ralenty ogni tanto, forse c’è qualcosa che non va. Una visione che potenzialmente poteva piacermi parecchio e che invece, non so perché, mi ha solo infastidito parecchio, pessimo finale compreso. Bah.
Che sia un film pulp, molto pulp, pure troppo? (voto 5/10)