Quando un editore pubblica un libro come I viaggi immaginari di Edgar Allan Poe, sarebbe buona norma che sulla copertina venga inserita la dicitura “maneggiare con prudenza”.
Sì, perché l'unico 'errore' che si può imputare alla casa editrice Gargoyle Books è proprio quello di non averci avvisato della grandezza e della magnificenza di questo libro, ma anche dalla forte carica che possiede in 326 pagine.
Ne I viaggi immaginari lo scrittore statunitense di metà '800 riesce a imprimervi tutta la sua capacità di grande narratore e scrittore, non solo del terrore, genere che l'ha reso celebre anche in epoca contemporanea.
La maestria di Poe sta nel riuscire a fondere con grande disinvoltura e autorevolezza il reale con l'immaginario, immaginario creato dalla sua fervida immaginazione, quasi ad annullare completamente il confine che separa la vita vera dalla favola, creando uno spazio temporale e immaginario totalmente nuovo e carico di allegorie.
A dare man forte all'opera dello scrittore di Boston è anche l'epoca in cui ha vissuto che soprattutto nel mondo anglosassone, proprio nella lieve demarcazione tra possibile e impossibile ha portata alle maggiori scoperte scientifiche e umanistica della storia umana, spesso con intuizioni o ponendo i prodromi per ciò che sarebbe accaduto nel secolo successivo.
Poe con I viaggi immaginari si dimostra quasi un viaggiatore moderno (quasi esclusivamente con la mente e la fantasia), senza limiti, né confini e i racconti che compongono il libro si muovono tra la mera indicazione geografica (Il diario di Julius Rodman), la fantascienza (L'incomparabile avventura di un certo Hans Pfaal, il primo uomo sulla Luna), la scienze e l'astronomia (Conversazione di Eiros e Charmion) e le atmosfere metropolitane come in L'uomo della folla, a questo proposito chi meglio di un americano di metà '800 può narrarci i prodromi della nascita delle prime metropoli?
Grande merito va anche alla casa editrice Gargoyle Books che ha confezionato per questa nuova uscita un libro di pregevole fattura, con traduzioni, a cura di Cecilia Bolles, pressoché perfette.
Da non perdere, infine, anche l'introduzione a firma di Alessandro Gebbia, dal titolo Viaggio al centro di una stanza che ha curata in modo eccellente questo volume.
Leggi qui la trama, la scheda e note sull'autore de I viaggi immaginari
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