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Recensioni - "Il divoratore" di Lorenza Ghinelli

Creato il 01 luglio 2015 da Letteratura Horror @RedazioneLH
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Pubblicato Wednesday, 01 July 2015 16:00
Scritto da Sara De Angelis

Recensioni divoratore"Il divoratore" di Lorenza Ghinelli è l'horror edito da Newton Compton Editori e recensito da LetteraturaHorror.it
TRAMA: Denny ha solo sette anni, una madre tossica, un padre folle e alcolizzato, dei compagni di scuola che lo maltrattano e lo considerano pazzo. Quando è solo, per vincere il terrore inventa filastrocche inquietanti. Ha un unico amico, che si fa chiamare Uomo dei Sogni: è un vecchio crudele, trasandato, con un bastone in mano. Se qualcuno fa del male a Denny, l'Uomo dei Sogni non perdona. Arriva e vendica. Pietro di anni ne ha quattordici. È un autistico geniale col dono del disegno. Unico testimone oculare delle aberranti sparizioni di alcuni ragazzini, Pietro fa la sola cosa che gli riesce in modo esemplare: disegna ciò che ha visto. E ciò che ha visto è agghiacciante.


Nessuno gli crede, nessuno tranne la sua educatrice professionale. Alice: quei disegni le tolgono il sonno e la precipitano nell'incubo, le ricordano qualcosa che molti anni prima aveva cercato di rimuovere... Ma ora il passato ritorna e travolge. E deve essere fermato.
RECENSIONE - Libro molto breve che si legge tutto d’un fiato, ma che tirando le somme risulta essere piuttosto banale e scontato nel finale.
La storia si snoda su due piani temporali e alterna i punti di vista dei diversi personaggi, i quali, nonostante la brevità del romanzo, sono piuttosto ben caratterizzati seppur in modo abbastanza stereotipato. La maggior parte della narrazione è ambientata nel presente, nel 2006 quando tre ragazzi, Filippo, Francesco e Luca, i classici bulli di quartiere, prendono di mira un ragazzo autistico affetto dalla sindrome di Asperger, Pietro, aiutati in qualche modo dall’ignaro fratellino di Pietro, Dario, il quale espone il fratello a pesanti prese in giro. Il tutto avviene sotto gli occhi di un misterioso anziano vestito di scuro che solo Pietro sembra aver notato. Pietro, dopo questa vicenda, viene aiutato dalla sua educatrice, Alice, la quale guardando i disegni di Pietro, fedeli nei minimi dettagli inizia a rievocare ricordi di un oscuro passato da lei fino ad ora dimenticato.
Non appena i ragazzi, prima Filippo, poi Francesco e Luca, infine Dario, iniziano a sparire in circostanze misteriose, inizia la parte narrativa che riguarda il passato, sempre alternata dalle vicende presenti. Siamo nel 1986, quando Danny è un bambino con gravi disagi famigliari e sociali, emarginato e preso in giro dai coetanei. Danny inizia a covare un odio profondo verso le persone che si scagliano contro di lui e che lo deridono, in primis Lucrezia, amica di Alice, allora bambina. Ma è quando il padre di Danny dipinge uno strano quadro che rappresenta un uomo da lui chiamato l’uomo dei sogni, che l’odio di Danny prende forma. Ed è proprio questo uomo dei sogni o divoratore che si assume il compito di vendicare Danny, a partire proprio dalla piccola Lucrezia. Ma Danny assieme all’odio prova anche una grande paura e perde il controllo del divoratore, il quale inizia ad agire spinto da odio puro.
A ricomporre i pezzi del puzzle saranno proprio Alice ormai adulta, che inizia a ricordare il suo passato e a scrivere il tutto in un diario, e Danny da anni rinchiuso in un ospedale psichiatrico, il quale comunica solo attraverso strane e agghiaccianti filastrocche in rima.
La narrazione del libro è piuttosto scorrevole, a tratti incalzante, ma sempre molto superficiale e poco approfondita, sia sul piano emotivo dei personaggi che dei particolari narrativi. Infatti nel libro esistono scarne e minime descrizioni, che non riescono nemmeno a dare un’idea precisa sui luoghi e sui personaggi. Inoltre l’idea del quadro da cui prende di vita il divoratore richiama troppo l’opera di Oscar Wilde e a mio avviso lo fa nel modo sbagliato.
Non consiglio il libro agli amanti del puro thriller, ma se piacciono degli horror poco impegnativi e brevi e se si ha un pomeriggio libero vale la pena leggerlo.
Sara De Angelis

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