Recensioni - "Il tredicesimo Apostolo" di Pietro Valsecchi

Creato il 28 febbraio 2014 da Letteratura Horror @RedazioneLH

Letteratura Horror vi presenta quest'oggi la recensione critica di Max Gobbo su "Il tredicesimo Apostolo", la serie tv di Pietro Valsecchi con Claudio Gioé e Claudia Pandolfi.
Immaginate un prete, un gesuita docente universitario, attraente e coraggioso, aggiungete una love story contrastata con una fascinosa psicologa in vena d’ateismo, un tocco di mistero, un pizzico d’horror, un pugno di macabro, e quanto basta di splatter e di giallo, e otterrete Il tredicesimo Apostolo, una produzione che è una vera prelibatezza per gli amanti del mistery e church.

Il solito polpettone proposto dalla TV per incollare allo schermo pletore di spettatori fiction dipendenti? Una riedizione in salsa mistica di Uccelli di Rovo, o de Il Codice da Vinci? A noi sembra di no.
Trattasi invece di una serie TV d’un certo successo, ben girata, con una fotografia superiore alla media del suo genere, e con una trama – che pur piegandosi alle esigenze seriali – non perde il suo carattere d’originalità.
Il protagonista, padre Gabriel Antinori – un nome che è tutto un programma – (interpretato dall’efficace Claudio Gioé) che milita in una misteriosa congregazione in secolare lotta colle trame del maligno – in perfetto stile Dan Brown - è dotato di poteri soprannaturali e incaricato d’un’oscura missione.
Al suo fianco una fascinosa psicologa la dottoressa Claudia Munari (impersonata dalla bravissima Claudia Pandolfi), in vena d’ateismo (ma come farà in mezzo a tutti quei satanassi e marmocchi levitanti?), e un superiore, padre Isaia (Stefano Pesce) che è gesuitico fino alle midolla.
Un personaggio quello di Gabriel pieno di ambiguità, un po’ angelo un po’ demone, a volte in odore di eresia - un tempo l’avrebbero di certo scomunicato -, sempre in lotta mortale contro i nemici della chiesa, che affascina e intriga, infilato com’è in una tonaca che gli sta sempre più stretta.
I vari episodi presentando uno schema narrativo simile, coi protagonisti impegnati a indagare su una serie di delitti e fenomeni paranormali in una sorta di poliziesco esoterico, sullo sfondo d’una macro trama, legata a un’oscura profezia che si dipana nel corso dell’intera vicenda, e che è incentrata sulla figura del “predestinato”, ovvero Gabriel.
La serie data in prima serata da Canale 5, è una produzione azzeccata che fa del mistero il suo vero asso nella manica, e che a parte qualche ingenuità narrativa, o dettagli un po’ sottotono - come i titoli di testa con dissolvenza come nel film Sherlock Holmes di Guy Ritchie - , si segnala per originalità e icasticità dei personaggi.
Cosa ci ricorda Il tredicesimo Apostolo? Sicuramente lo sceneggiato cult degli anni settanta, Il segno del comando, un pregevole esperimento forse in anticipo coi tempi; ma anche un fumetto di successo come Dylan Dog che ha anche avuto una versione cinematografica.
Insomma brividi ed esoterismo con un poco di sensualità non guastano proprio per portare una ventata di lugubre freschezza, in quel camposanto inghirlandato di soap opera in stile sud americano, che sempre più spesso ci vengono spacciate per sceneggiati, e che solo in loro vista ci fanno esclamare: Vade retro satana!

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