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- Pubblicato Monday, 12 January 2015 10:00
“Weird West Blues – Storie di Zolfo e di Frontiera” di Caleb Battiago (Alessandro Manzetti) è la raccolta di racconti distopici recensita quest’oggi da LetteraturaHorror.it. Clicca qui e leggi trama e note sull’autore
Caleb Battiago (aka Alessandro Manzetti) è sempre una piacevole sorpresa. I sei racconti che compongono la raccolta Weird West Blues – Storie di Zolfo e di Frontiera sono sei piccoli scrigni al cui interno si possono trovare grandi tesori. Manzetti ha l’individiabile dono della sintesi, ed è capace di dipingere in poche e limpide pennellate lo scenario del vecchio West, i suoi colori, i suoi protagonisti, i suoi odori.
E sembra proprio di sentire l’odore di quello zolfo che compare nel titolo, misto alla terra e al sangue, soprattutto. Perché sempre di morte si parla. Cominciando da Deadwood (clicca e leggi il racconto), in cui il protagonista, Wild Bill Hickok, diventerà famoso suo malgrado per via delle ultime carte da lui giocate prima di morire, la famigerata doppia coppia nera che da quel momento diventerà tristemente nota come “mano del morto”. Elemento interessante, non solo di questo racconto ma anche dei rimanenti cinque, è che ognuno di essi si basa su fatti o personaggi realmente esistiti, narrando le loro ultime gesta da un punto di vista inedito e potremmo dire paranormale.
Subito dopo la rapida discesa verso l’inferno di Bill Hickok, è il turno di una rilettura della sparatoria all’OK Corral con La Gabbia D’Oro, che non solo dipinge Wyatt Earp e i suoi come corrotti e non di certo come eroi del West, ma che introduce inoltre un altro leitmotiv ricorrente in quest’opera di Battiago: la figura femminile. Le donne, in questo caso le diavolesse capitanate dalla temibile e inflessibile Kate “Big Nose” Elder, sono le protagoniste del racconto nonché le artefici della violenza che acceca gli uomini trasformandoli in burattini alla loro mercè.
E troviamo un’altra figura femminile, forte e violenta quanto quelle descritte sopra, in La Gemma Di Bandit Queen, ossia Myra Maybelle Shirley Reed Star, la donna bandito sposa e amante dei mezzosangue, personaggio scomodo per moltissime persone tra cui Lupo Nessuno, lo stregone indiano dalla dubbia moralità, timoroso di perdere la credibilità e soprattutto i privilegi propri della sua carica a causa del carisma della donna bianca.
È con L’Inferno Di Capelli Lunghi che compare un altro sentimento potentissimo alla base di Weird West Blues: la vendetta. Vendetta impetrata astutamente da Cavallo Pazzo a scapito dello sventurato Tenente Colonnello Custer, che sarà costretto a rivivere la disfatta di Little Big Horn ogni santo anno. L’Inferno è ripetizione, letteralmente. È questo a mio avviso l’episodio più riuscito dell’intera raccolta, grazie a descrizioni particolarmente splatter e gore degli orrori della guerra. Anche con Il Pesce di Ferro si rimane in tema di vendetta e di rivincita dei più deboli sui più forti. E ciò che evocherà il capo mandan Mato Tope per cercare di liberare il suo popolo dal flagello del vaiolo sembrerà uscito dai vostri peggiori incubi.
Non poteva mancare in questa carrellata western una comparsata di Jesse James, giovane bushwhacker fin troppo promettente in Contralia Blues, alimentato anch’egli da una sete di vendetta nei confronti di quegli yankees che hanno distrutto la sua adolescenza. Se siete fan del western e volete conoscere il lato oscuro dei vostri eroi preferiti, questa raccolta fa per voi.
Chiara Borloni