E così, siamo finalmente giunti al voto in Grecia e molti investitori hanno potuto tirare un sospiro di sollievo per aver assistito alla vittoria del partito Nea DimoKratia di Samaras, spalleggiatore della permanenza del paese nell’area Euro.
Ora a breve sarà necessario che venga eletto assolutamente un nuovo governo affinchè la Grecia possa continuare la trattativa con la Troika per evitare così la sua fuoriuscita dall’eurozona.
Nel frattempo, invece, in campo internazionale non sopraggiungono notizie incoraggianti sul fronte della crescita dal momento che l’ America potrebbe far registrare nel secondo trimestre di quest’anno (dato che sarà comunicato a luglio) una crescita ben inferiore rispetto alle sue aspettative e con buona probabilità prossima all’ 1 per cento anziché al 2,5 per cento come stimato. E se così fosse, tenuto conto che oramai una buona parte dei paesi europei sono già in recessione e dell’ormai certo rallentamento economico dei paesi trascinatori del pil mondiale come Cina, Brasile e India (LEGGI: Paesi Emergenti in Crisi? Il caso della Cina.), va da sé che l’intera economia è dirottata verso la seconda recessione mondiale, dopo soli tre anni dalla precedente. Purtroppo che piaccia o no, questa è la cruda verità dei numeri.
La conferma di questo scenario è ben percepita dall’analisi dell'andamento di molti indici azionari che si sono girati al ribasso da diversi mesi, in particolare quelli dei paesi Bric, non più da considerarsi emergenti, e che difficilmente nei mesi a venire potrebbero essere oggetto di un’inversione di tendenza, fatta eccezione per un semplice rimbalzo che potrebbe anche avvenire a ridosso dell’estate. Pertanto i prossimi mesi saranno veramente molto caldi e probabilmente pieni anche di sorprese.
Di fronte a questo scenario dell’economia mondiale, diviene difficile pensare che la Grecia possa comunque resistere troppo a lungo sulla strada del risanamento e la sua uscita dall’euro (rinominata Grexit), per ora evitata, potrebbe semplicemente essere rimandata di qualche mese.
Ma cosa comporterebbe per i greci in termini economici questa situazione con il ritorno alla dracma ?