Recommend A… è una rubrica ideata dal blog Chick Loves It e consiste nel “raccomandare” un libro seguendo le indicazioni date di settimana in settimana. Su questo blog la rubrica non avrà cadenza fissa e, quando ci sarà, verrà pubblicata di Lunedì.
Le vacanze, è un dato di fatto, sono finite. Ma il ricordo è ancora vivido e così, tanto per rigirare il coltello nella piaga, il Recommend di questa settimana è dedicato, appunto, alle letture vacanziere. Recommend A…book you read on a vacation (Raccomanda un libro letto durante una vacanza) Da alcuni anni, da quando mi trasferii dalla Puglia per andare a studiare nella mia mai dimenticata Bologna, il concetto di vacanze è sempre strettamente legato alla mia casa e la mia famiglia. Se l’estate dura 3 mesi, per me la stagione vera e propria arriva quando torno giù dai miei. Posso aver girato il mondo, fatto mille cose prima, ma solo quando arrivo lì so che mi sentirò davvero in totale relax. In quel breve periodo, che solitamente coincide con il mese d’agosto, cerco di non organizzare molte partenze o impegnarmi in eventi vari, ma preferisco godermi il mare di casa mia, scoprire le innumerevoli sagre e feste dei paesi vicini, partecipare alle cene con i parenti. So di poter condividere solo una parte del mio tempo con i miei cari e per questo finora ho deciso così e ho posticipato viaggi e avventura in altri periodi dell’anno. Quindi, se mi si chiede cosa ho letto in una delle mie vacanze estive, penso sempre ai libri che mi hanno fatto compagnia sull’amaca che ho sul terrazzo di casa mia, amorevolmente e strambamente curato dai miei genitori, dal quale godo ogni giorno uno spettacolo travolgente, ovvero un tramonto incontrastato che pare senza confini…adoro quei momenti letterari tutti per me, prima che una cuginetta mi venga a cercare, una sorella mi chieda un favore o uno dei miei genitori mi reclami a gran voce riportandomi sulla Terra. Il libro che vi propongo è un libro che appartiene a quella schiera di letture e che mi è molto caro poiché reduce e ricordo di una delle esperienze più belle della mia vita: l’erasmus a Madrid. Lo comprai, in lingua originale, alla stazione di Atocha quell’inverno ma riuscii a leggerlo solo d’estate, a casa mia. Il connubio tra la terra che ha rapito il mio corazón e l’aria di casa rese quella lettura, complice anche l’essere una delle straordinarie opere di uno dei più grandi scrittori contemporanei, particolarmente magica e suggestiva. Sto parlando di Dell’amore e di altri demoni di Gabriel García Márquez. Da un'antica tomba nel convento delle clarisse di Cartagena emerge una lunghissima chioma rossa. Dal singolare evento, cui il giovane Garcia Màrquez, allora cronista alle prime armi, si trovò ad assistere, scaturisce questo affascinante racconto pubblicato nel 1994, con il quale Gabo torna alle atmosfere di "Cent'anni di solitudine" e ai temi dell'"Amore ai tempi del colera", la passione erotica che diventa malattia, metafora della letteratura e della vita. Al centro della vicenda, ambientata in una Cartagena de Indias perduta in un vago e oscuro passato coloniale, sospeso tra il possibile e il misterioso, c'è la passione innaturale e distruttiva che vede protagonisti una bellissima bambina morsa da un cane rabbioso, un medico negromante e un giovane esorcista posseduto dal mal d'amore. Costruito con la logica di Calderón de la Barca e l'ironia di Cervantes, "Dell'amore e di altri demoni" vive di una prosa insolitamente scarna ed essenziale. Una scrittura decantata e limpida che dà vita a pagine di struggente poesia e di emozionato pudore con cui Gabriel Garcia Márquez riesce ad avvincere il lettore, trascinandolo in un enigmatico universo capace di travolgere i sensi e i sentimenti. Titolo: Dell’amore e di altri demoni
Autore: Gabriel García Márquez
Editore: Mondadori (orig. DeBolsillo)
Pagine: 154