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Buon lunedì a tutti voi che leggete! Come avete passato il Ferragosto? Io benissimo, una bella grigliata con gli amici e tanto buonumore! *-*
Passiamo subito ai consigli di lettura: stavolta Strawberry ha deciso di "riciclare" un consiglio del 2013.ovvero
* Consiglia un libro letto "un'estate fa" *
Dopo un po' di indecisione tra questo libro e Storia di una ladra di libri, letti entrambi l'estate scorsa, ho deciso di scartare il romanzo di Zusak semplicemente perché famosissimo e letto da tantissima gente. Il romanzo della Abulhawa invece non è tanto conosciuto ma meriterebbe molto più successo.
Susan Abulhawa ha scritto un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il Cacciatore di aquiloni ha fatto per l'Afghanistan. Di vibrante realismo e inesorabilmente diretto alla verità, racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, come rifugiati, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, che anzi descrive con pietà, rispetto e consapevolezza, racconta invece la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Come vi sembra? E voi che libro mi consigliereste dalla vostra estate 2014??
Un abbraccio!