Recovery ci restituisce il vero Eminem

Creato il 04 ottobre 2010 da Joolio

Rating: 4/5

“Che Recovery venda milioni di copie o una soltanto non mi importa. Quello a cui tengo è che l’album venga accettato e riconosciuto dal mondo hip-hop”. Parola di Eminem che si è gettato a capofitto nella registrazione delle 17 tracce del successore del fiacco Relapse con idee e obiettivi ben chiari in testa. Per l’MC di Detroit Recovery doveva essere il disco del ritorno sulla cresta dell’onda e così è stato: in sol colpo ha scritto il vero successore dei capolavori Marshall Mathers LP e The Eminem Show ed è stato definitivamente incoronato come uno dei “King of the Game” come Jay-Z, con il quale ha recentamente diviso il palco per due speciali concerti a New York e Detroit.

Eminem è tornato Eminem, dunque. Sin dai primi minuti di Recovery sembra che il rapper si sia ristudiato per mesi la scena della battaglia finale del suo 8 Mile per rimettersi in forma: il suo flow non è mai stato così fresco, deciso, duro, affilato e intelligente. È la sua voce che muove tutto il disco, che ne caratterizza ogni livello e sfumatura.

Nei beat di questo settimo album in studio non c’è spazio per gli alter ego che abbiamo conosciuto nel corso della sua carriera come il folle Slim Shady o per i produttori geniali come Dr. Dre. Qui c’è spazio soltanto per un Eminem strabordante e mai così sicuro di sé, tanto dietro al mixer quanto dietro al microfono, che finalmente si è lasciato alle spalle i problemi di droga. È per questo che gli ospiti si contano sulle dita di una mano – ma senza Rihanna e Pink le splendide Love The Way You Lie e Won’t Back Down non sarebbero state le stesse – e non c’è traccia dei cosidetti skit.

Si comincia con il ritmo sincopato di Cold Wind Blows e non ci si ferma più, anche perché Recovery è uno di quei dischi hip-hop che ti fanno subito venire in mente il rock: in On Fire Em reinventa le regole del rap, in Going Through Changes campiona Ozzy Osbourne con una saggezza che solo Kanye West, in Not Afraid mette a segno il singolo perfetto e nella struggente You’re Never Over ricorda senza drammi l’amico di sempre, Proof, scomparso nel 2006 in seguito a una ferita d’arma da fuoco.

L’unico passo falso di è No Love, pezzo in cui divide il microfono con Lil’ Wayne. Ma quando un artista si esprime come Eminem in Recovery, si è pronti a perdonare senza troppi sforzi. In fondo aspettavamo una prova come questa dal 2002 e finalmente Mr. Mathers non ci ha deluso.


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