Il Dipartimento per l’informazione e l’editoria nella sezione dedicata ai contributi all’editoria ha pubblicato i dati relativi alle procedure di recupero avviate nei confronti di diversi editori che in base agli accertamenti svolti hanno evidenziato situazioni di irregolarità e di carenza dei requisiti che la legge richiede per legittimare l’erogazione del contributo pubblico. Alcuni dei recuperi sono invece frutto di accertamenti svolti nell’ambito di indagini avviate in sede giudiziaria.
In entrambi i casi, il Dipartimento ha disposto l’annullamento dei contributi erogati nelle annualità oggetto di accertamento e ha dato avvio alle procedure per il recupero delle somme a suo tempo erogate.
Complessivamente ammonta a 8.7 milioni di euro la quota di contributo erogati nel 2010 che lo stato intende[rebbe] recuperare dagli editori per contributi e ce n’è davvero per tutti. Sono 239 le testate, tra quotidiani e periodici, interessate dal provvedimento.
La palma d’oro, l’importo massimo da recuperare, va a «L’Unità» con € 388.582 da restituire seguita da «Italia Oggi» a € 336.771. Ed ancora «Il Foglio» € 220.196, «Europa» € 211.919, «La Padania» € 251.273, «Il Manifesto» € 239,625, «Liberazione» € 213.720 e «Cronaca Qui.it» € 239.625, per citare solo quelli con gli importi più elevati.
Segue un elenco infinito di testate locali con importi oltre i 100mila €. Spiccano anche alcune testate estere in lingua italiana quali «America Oggi» € 161.909 ed il «Corriere Canadese» € 181.338,35.
Testata quest’ultima posta in liquidazione a maggio di quest’anno che pare dovrebbe riprendere le pubblicazioni grazie una cordata di imprenditori guidati dall’ex ministro federale, l’onorevole Joe Volpe. Nomen omen [*].
A questi, per importi decisamente più cospicui, che nell’insieme ammontano alla bellezza [si fa per dire] di 64.3 milioni di euro, si sommano gli importi da recuperare per indagini giudiziarie svolte dalla Guardia di Finanza che riguardano l’arco temporale che va dal 1998 al 2011 a seconda dei casi.
Per oltre la metà del totale pesano insieme l’«Avanti» con € 22.605.391 per il quale sono stati posti sotto sequestro appartamenti per un valore di 9 milioni di euro – meno di un terzo del totale – nel novembre del 2012, e il giornale diretto da Maurizio Belpietro, «Libero», con € 15.117.891, testata che in sette anni ha ricevuto 39 milioni di euro di fondi pubblici.
Amen!