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red

Creato il 31 maggio 2011 da Albertogallo

RED (Usa/Canada 2010)

locandina red

Ex agenti/killer della Cia, ora in pensione, sono inseguiti dalla Cia stessa che per qualche motivo vuole farli fuori. Per qualche altro motivo insieme a loro c’è anche una giovane centralinista carina e un po’ tontolona. Posto che la trama è più o meno tutta qui, e posto che per film del genere non vale nemmeno la pena di spendere troppe parole, mi limiterò a fare qualche considerazione arguta e gratuita:

1) Ma quanti hanni c’ha Ernest Borgnine? Certo, potrei andare a cercare su Wikipedia, ma preferisco rimanere con questo inquietante interrogativo nella testa. Inquietante perché uno che già era più che adulto quando ha recitato in Da qui all’eternità (1953) e che già faceva la parte del vecchio reduce in 1997: fuga da New York (1981) deve avere come minimo un’età a tre cifre. E comunque pure Bruce Willis, protagonista di Red, è seriamente candidato a una lunga carriera cinematografica da vecchio reduce: se si pensa che già recitava l’uomo in crisi di mezza età in Die hard, che è del 1995… Per non parlare di Morgan Freeman, artisticamente (e forse anche biologicamente) nato già vecchio.

2) Tornando a Red: raramente mi è capitato di vedere film con una trama tanto sconclusionata e incoerente. Non dico che sia uno dei film peggiori che abbia mai visto, sebbene sia ben lontano dai migliori, ma è veramente uno dei peggio costruiti. Sembra scritto da un bambino di cinque anni che si inventa le avventure con gli amichetti. Ci sono anche un sacco di luoghi comuni dei film action che, stemperati nella prima parte da una buona dose di ironia e leggerezza, nell’ultima mezz’ora si scatenano in tutta la loro banalità.

3) Che piattezza, la regia di questo film! Voglio dire, se vuoi fare la parodia brillante di un action movie cerca almeno di buttarci dentro un po’ di cazzatine, un po’ di invenzioni divertenti, roba del genere… No, niente da fare, Robert Schwentke si limita al compitino. E pure io, che su questo film non ho proprio altro da dire.

Alberto Gallo



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