Red Dawn
di Dan Bradley
USA 2012
Sinossi
La Crisi economica porta al crollo definitivo di diversi paesi europei (Italia compresa). Oltreoceano gli Stati Uniti si trovano sempre più isolati, mentre in Asia si stringono nuove alleanze, e in Russia la dittatura militare lascia cadere ogni parvenza di democrazia.
Ma il peggio deve ancora venire: le truppe congiunte della Corea del Nord e della Confederazione Russa organizzano una monumentale invasione del Nord America, aprendosi la strana con una nuova arma elettromagnetica capace di friggere i sistemi di comunicazione militari.Negli USA occupati nascono gruppi di partigiani che si organizzano per combattere a fianco di ciò che resta dell’esercito USA. Tra di essi vi sono i giovani Wolverines, determinati a restituire la libertà alla cittadina in cui vivono…
Commento
Partiamo dal presupposto che il Red Dawn originale (Alba Rossa) per me è un film leggendario, un cult a cui dedicai addirittura un lungo dossier sul vecchio blog, con tanto di analisi sociopolitica e tattica dello scenario proposto. John Milius è stato accusato di simpatie reazionarie e addirittura fascistoidi per aver girato quel film, ma di certo l’ha fatto maledettamente bene.
Quello che analizziamo oggi è invece un pallido remake che bene sarebbe dimenticare e rimuovere dalla memoria, dal tanto che risulta inutile, insipido e scialbo.
E dire che i primi minuti promettevano bene, con una rapida (per quanto poco credibile) analisi dello scenario mondiale che apre la strada a una fantomatica invasione dei comunisti coreani nei cari, vecchi Stati Uniti. Cosa su cui torneremo a breve.
Poi Red Dawn 2012 si trasforma in una versione striminzita, muscolare e povera del capolavoro di Milius, con questi nuovi sciapi Wolverines che si gettano in una scena d’azione dopo l’altra, dimenticando tutta la poetica e l’epica del film a cui si rifanno.
Il remake in questione è un film che fallisce sotto quasi tutti gli aspetti, partendo da quello logico. L’invasione nordcoreana risulta essere troppo fantasiosa e illogica per essere presa sul serio. Sarebbe stato meglio proseguire sulla strada a malapena accennata nella scena d’apertura (un’ampia alleanza economico-militare asiatica), invece che inventarsi qualcosa di così sciocco. Senza contare che i cattivi komunisti di questo film sono così espressivi e motivati che sembrano presi da un videogioco da bar degli anni ’80.
A parte Chris Hemsworth, per cui nutro grande simpatia umana, il cast dei protagonisti (i Wolverines) non lascia praticamente traccia, non suscita emozioni, non incide in alcun modo nel bilancio empatico del film. Si salva semmai Jeffrey Dean Morgan nei panni di un sergente maggiore degli Stati Uniti, il ruolo che nel film di Milius fu interpretato da Powers Boothe (e in quel caso si trattava di un tenente colonnello dell’USAF).
Film talmente sciocco e brutto che passa anche la voglia di parlarne, lo ammetto.
E dire che a mio parere Alba Rossa poteva ambire a un remake importante, a patto di ingaggiare qualcuno in grado di scrivere una sceneggiatura decente. Un’invasione cinese, una seconda guerra civile, perfino un’invasione di una colazione musulmana avrebbero avuto molti più aspetti interessanti rispetto a questa roba qui. Certo, sarebbero state scelte discusse e condannate in diversi ambienti ultraprogressisti… ma se un film fantapolitico ha paura di osare qualcosa quale senso ha la sua esistenza?
Nessuna.
E questo Red Dawn 2012 infatti è insulso, tanto pallido da non meritare nemmeno il mio odio.
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