Regia: Wes CravenOrigine: USAAnno: 2005Durata: 85"
La trama (con parole mie): Lisa Reisert è una direttrice d'albergo di Miami pronta a tornare a casa dal Texas dopo aver dato l'ultimo saluto alla nonna, la donna che più ha significato nella sua vita.Quello che Lisa non sa, però, è che è diventata un bersaglio: un politico di spicco, infatti, è cliente abituale dell'hotel che gestisce, ed un uomo misterioso di nome Jackson Rippner è stato incaricato di minacciarla durante il volo in modo che dia disposizioni affinchè la suite occupata da Keefe - questo il nome dell'obiettivo - e dal suo entourage possa cambiare, e divenire un bersaglio più facile per chi lo vuole eliminare.Costretta a giocare una tesissima partita con il suo vicino di posto in volo, preoccupata per le sorti del padre minacciato da un sicario e per la famiglia di Keefe, Lisa dovrà dare fondo a tutta la sua freddezza per affrontare la sfida che le si pone di fronte.
Questo post partecipa alle commemorazioni per il Maestro Wes Craven.
La scomparsa di Wes Craven è stata, per questo duemilaquindici, l'equivalente di quello che fu, lo scorso anno, quella di Robin Williams: un pezzo d'infanzia che abbandona un'intera generazione, lasciando un segno che ognuno di noi si porterà dietro per tutta la vita da cinefilo, e forse non solo.
Approfittando della giornata dedicata alla memoria del regista prontamente organizzata qui nella blogosfera, ho fatto in modo, più che di celebrare uno dei numerosi cult regalati al pubblico nel corso della sua carriera, di ripescare qualcosa che non avevo mai avuto modo di vedere prima, complice il fatto che, nel duemilacinque che vide giungere in sala Red Eye, ero nel pieno del mio periodo radical da soli film d'autore e non mi sarei mai e poi mai sognato di imbarcarmi in una proposta thriller di grana grossa come questa.
In tutta onestà, devo ammettere che, nonostante le pretese certo non alte ed una fama che precedeva questo titolo e che non lo vedeva posto tra i cavalli di battaglia del vecchio Maestro, il risultato finale non è stato affatto malvagio: un'ora e venti di intrattenimento televisivo puro e semplice, molto straight e basic ma non per questo poco dignitoso, qualche zampata in grado di far riconoscere l'ironia nerissima del vecchio Wes - l'anziana passeggera cui la protagonista regala il libro che pare morta al suo posto in aereo ed invece è solo addormentata, per citarne uno su tutti - ed un ritmo decisamente sostenuto ben sorretto dai due protagonisti, la di recente in grandissimo spolvero qui al Saloon Rachel McAdams ed un inquietante ed assolutamente fallibile villain interpretato da Cillian Murphy, che probabilmente senza un taglio di capelli improbabile come quello sfoggiato in quest'occasione avrebbe potuto rendere decisamente di più.
Certo, non tutto funziona - soprattutto in termini di sceneggiatura -, e nella seconda parte Lisa/Rachel McAdams ha un'impennata da action woman non da poco, eppure nel complesso il prodotto risulta assolutamente godibile, una sorta di opera artigianale che strizza l'occhio allo spettatore occasionale di un regista che nel corso della sua carriera ha saputo sorprendere ben più di una volta, divenendo uno dei nomi di riferimento del genere horror e non solo.
Interessante, invece, tutta la parte all'interno dell'aereo, con un faccia a faccia tra i due main charachters che pare una sorta di partita a scacchi ritmata dai tentativi di fuga improvvisati da Lisa e bilanciata dalla fermezza e freddezza glaciali di Jack, in grado di regalare in più di un'occasione anche battute degne dei migliori prodotti di Craven - "I tuoi genitori avrebbero dovuto pensarci", riflette la protagonista rispetto all'assonanza del nome dell'uomo che diverrà la sua nemesi e quello di Jack The Ripper, ottenendo in risposta "E' stata l'ultima cosa che ho detto loro prima di ucciderli" -, senza contare confronti molto fisici pronti a sfruttare gli spazi limitati dei posti a sedere o della toilette dell'aeromobile.
Non sarà dunque un titolo destinato a fare la Storia del Cinema o del suo Autore, ma è stato un modo onesto di salutare un nome che tutti noi cresciuti con il terrore di Freddy Krueger continueremo a rispettare anche quando ci troveremo, da vecchi, a tramandare il suo ricordo ed i suoi film a figli e nipoti, convinti che la sua ironia tagliente ed il suo gusto unico per l'orrore e la tensione riusciranno, a dispetto del Tempo, a segnare anche generazioni così lontane da lui.
MrFord
"Come on, meet me in the morning, meet me in the middle of the night
the morning light is comin', don't it make you wanna go and feel alright."Led Zeppelin - "Night flight" -Sfoderano gli artigli per l'occasione:
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