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La trama (con parole mie): Travis, Randy e Billy Ray sono tre adolescenti tipici della tipica cittadina della provincia Usa, cazzoni e traboccanti di ormoni come chiunque alla loro età. A seguito di un contatto recuperato online dal primo, per il gruppo di amici si prospetta una serata di sesso in roulotte con una milf vogliosa, in modo da potersi vantare in classe e sentire il proprio ego crescere a dismisura.
Peccato che la suddetta signora dalle apparentemente porche intenzioni altro non sia se non la figlia del reverendo Cooper, fondatore di una Chiesa così integralista e terrificante da far apparire la setta di Manson un gruppo di boyscout in gita.I giovani vengono dunque catturati e portati nel ranch che funge da base operativa di questa sorta di culto in attesa di essere uccisi in quanto espressioni del potere del demonio sulla Terra.Una serie di coincidenze fortuite, però, porterà l'ATF e l'agente Keenan a bussare alla stessa porta con l'intento di mettere in salvo gli ostaggi e fermare Cooper e la sua famiglia.E sarà l'inizio dell'Apocalisse.
Sono ancora discretamente scosso, lo ammetto.E sono molto, molto curioso.Ad ogni minuto che scorreva nel corso della visione di Red State, mi sono chiesto cosa potrebbe essere accaduto a Kevin Smith per arrivare a produrre un film di questo genere.Kevin Smith il pacioccone, Silent Bob, l'amicone di Clerks, quello tutto fumetti e romanticismo che ironizza sulla sua stazza e prenota due posti vicini per viaggiare comodo in aereo è stato forse rapito e sostituito da un suo clone malvagio?Dove sono finiti, Zack&Miri!? E Dante, Randall ed Elias!?Morti e sepolti, viene da pensare e da credere.Perchè Red State è un film violento, cattivo, senza speranze ed arrabbiato. Molto arrabbiato.L'ironia, o almeno quel poco che di essa si può intravedere, è sepolta sotto una coltre profonda di sangue, morte, lacrime, regole e facciate in grado di nascondere - più o meno bene - il marcio di un mondo che quasi per contratto marcio non dovrebbe essere.E' sepolta sotto i melliflui canti espressione di una fede agghiacciante e terribile, fatta di bigottismo, provincialità estrema e paura.
Fatta di quel rosso che è il sangue, ma anche il colore di riferimento del Partito Repubblicano.
E oltre, ben oltre.Nel sermone del reverendo Cooper in attesa del sacrificio e nella cieca obbedienza della sua terrificante famiglia allargata, negli occhi spaventati dello sceriffo Wynan - pubblico ufficiale e membro modello della comunità con il passatempo dei giovani immigrati messicani -, nell'eccesso di zelo da "chi controlla i controllori" di Keenan e degli agenti dell'ATF c'è tutto il marcio di una società crudele e senza speranza, bigotta ed ottusa, incapace di crescere e preservare i suoi figli, che ricorda il crudele gioco di Elephant e lo trasforma in una furiosa caccia all'uomo in cui tutti sono nemici, e nel bel mezzo di una giungla in cui le regole e i dogmi sono la base di ogni azione, pare che i suoi rappresentanti siano quanto di più lontano vi sia da quelle stesse regole, da quegli stessi dogmi.
Una società che ha in Travis e Dana le sue vittime sacrificali, e nell'agente Harry e nella delirante Sara le braccia armate di una lotta che pare tutta indirizzata verso chi potrebbe davvero cambiare le cose, e forse proprio per questo finisce per subire una punizione ancor più pesante e terribile di chi, al contrario, decide di fare finta di nulla, e credere in quello che i Cooper o le agenzie governative possono raccontare per nascondere la polvere sotto il tappeto.
In questo senso, appare ancora più agghiacciante la presa di coscienza di Keenan: "La gente fa le cose più strane quando crede di averne il diritto. Ma ancora di più quando crede e basta."
In cosa crede, dunque, questo Red State?
Da una parte, in una Chiesa folle e spietata, che giustifica la protezione dei propri steccati dipinti di fresco con la paura del Diavolo - e degli omosessuali, ovviamente - e la sazia con il sangue, soddisfatta della purezza della sua selezione - ricorda qualcuno, vero? -.
Dall'altra, un Governo freddo e reazionario, in grado di sfruttare i suoi uomini facendo loro credere di stare facendo la cosa giusta, anche quando significa portarsi dietro - e dentro - il fardello ed il tributo di sangue richiesto.
Qualcosa in comune, questi due lati della medaglia, paiono proprio averlo.
E quel sangue che entrambi paiono reclamare a gran voce è sempre - o quasi, e soprattutto - quello degli innocenti, delle generazioni che dovranno abituarsi a scegliere da quale parte stare senza sapere che, se non sceglieranno - o peggio, se sceglieranno altrimenti -, finiranno in pasto ad un buco nero - o rosso - che, da una parte o dall'altra, risulterà comunque necessario perchè le cose restino come sono.
Benvenuti nel Red State.
E non occorre essere negli Usa, per viverlo.
Anche qui abbiamo le nostre Chiese, e i nostri Governi.
E giovani vittime in mezzo, sacrificate sull'altare della cronaca.
Ha proprio ragione, Kevin Smith, ad essere arrabbiato.
Perchè il pensiero è che, se questo è quello che Dio e lo Stato ci garantiscono, ci vorrebbe davvero qualcuno che arrivi da un'altra parte, e dia a tutti questi mostri quello che meritano.
"Meglio regnare all'Inferno che servire in Paradiso", gridava ribellandosi il Lucifero di John Milton.
"Io sono il Diavolo, e sono venuto a fare il lavoro del Diavolo", recitava l'Otis di Rob Zombie.
Forse, in questo Red State sempre più globalizzato, ci vorrebbe davvero un'Apocalisse come si deve.
E che le sue trombe suonino soltanto per chi ci ha portati fino a qui.
MrFord
"Pleased to meet you
hope you guess my name
but what's puzzling you
is the nature of my game."The Rolling Stones - "Sympathy for the devil" -
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