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Redazioni, Notizie & L’Impatto della Tecnologia

Creato il 11 gennaio 2011 da Pedroelrey

E’ opinione comune che le tecnologie, ed in particolare ovviamente tutta l’area dell’information communication technology, abbiano una forte influenza sull’ecosistema dell’informazione.

Edizioni on line dei quotidiani, versioni più o meno adattate per tablets, aggregatori di notizie, produzione e condivisione sociale dell’informazione, sono argomenti al centro del dibattito sulle evoluzioni del comparto editoriale.

L’ American Society of News Editors, tra ottobre e novembre del 2010, ha condotto una indagine che ha coinvolto oltre 150 quotidiani [e organizzazioni di notizie online] per verificare quale fosse la percezione da parte dei suoi associati dell’impatto delle “nuove tecnologie” sul proprio lavoro.

I risultati integrali della ricerca , indicano che i responsabili delle redazioni in circa un terzo dei casi spendono tra  4 ed 8 ore alla settimana su temi legati alle tecnologie e quasi un quarto dei rispondenti afferma di trascorrerne da 9 ad oltre 15.  Non pare che questo abbia un impatto positivo sul lavoro poiché si traduce in allungamento della giornata lavorativa con un maggior numero di ore lavorate complessivamente e in un minor confronto professionale. Non a caso il 33% dei responsabili dei quotidiani intervistati ritiene che le nuove tecnologie abbiano un impatto negativo sulla qualità del prodotto editoriale poiché, appunto, sottraggono tempo alle attività chiave delle redazioni.

Redazioni, Notizie & L’Impatto della Tecnologia
Sono confermati i risultati emersi in precedenza nelle diverse edizioni del Digital Journalism Study, di cauto ottimismo sulla portata delle tecnologie rispetto ai ricavi complessivamente generati e assoluta carenza di formazione e sostegno professionale delle imprese editoriali al proprio personale che nella stragrande maggioranza dei casi è autodidatta, con tutti i limiti che ne conseguono.

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In sintesi insomma, le sperimentazioni, le reali innovazioni, i casi di eccellenza continuano ad essere la minoranza mentre prevale una visione di breve all’interno delle imprese editoriali che in questo modo rischiano seriamente di allargare ulteriormente la forbice, di ampliare il divario con l’utenza.


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