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REDDITO DI CITTADINANZA
Una cosa che odio sono le “etichette”.
Appena parlo con amici o persone mai conosciute prima, percepisco un fastidio particolare appena si tenta di applicarmi una “etichetta”.
L’interlocutore, chiunque esso sia, appena può, tenta di sondare le mie inclinazioni politiche e vuole per forza identificarmi a gruppi a lui noti.
Mi è capitato anche qualche settimana fa, e dopo vari tentativi : – ma allora te sei come ……-
dopo cinque minuti, ancora : – no, ho capito, allora sei come …….!!-
Non ho nessuna voglia di spiegargli che al momento ragiono come il rospo mentre il contadino aguzza la canna e il povero animale infatti si ripete : – speriamo bene !!! —
Non posso che sperare bene, ma mentre spero bene, anelo al meglio e ….lo scrivo.
Oggi ho assistito a qualche minuto di intervista a Massimo Fini presentava su Raitre un nuovo libro “Per tutti o per nessuno” e ci ricordava la sua idea che destra e sinistra, sono bsoleti, vecchi di due secoli in cui le trasformazioni sociali e culturali hanno reso inutilizzabili queste divisioni, anche alla luce di una sempre maggiore somiglianza programmatica tra le diverse forze politiche.
Questi due eventi mi danno lo spunto per affrontare un altro tema delicato.
Il reddito minimo e il reddito di cittadinanza.
Tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa, così come l’Europa chiede fin dal 1992.
Ecco un link interessante ad un articolo del 2013 con le modalità applicate nelle varie nazioni europee http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/24/reddito-garantito-1-300-euro-al-mese-in- danimarca-460-in-francia-ecco-mappa/673894/ che ho comunque riassunto nel presente post.
In quindici stati europei solo l’Italia e Grecia si ostinano a non applicare una forma di sostentamento alla popolazione indigente.
Si va dalla poche centinaia di euro agli oltre 1.200 della Danimarca.
C’è una risoluzione europea del 2010, è stato ribadito un reddito minimo es.
Belgio —-) minimax una rendita mensile di 650 €, rilasciata a titolo individuale, a cui può avere accesso chiunque.
Francia —-) Revenu Minimun d’Insertion, sostituito nel giugno 2009 dal Revenu de Solidarité Active. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili (in aumento ai 441 del 2007)
Belgio —-) 725 euro mensili per Anti-Poverty Plan, un’ulteriore serie di misure per garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa, all’energia, ai servizi pubblici.
Austria —–) Sozialhilfe – in Austria è uno stato minimo di sicurezza al livello più basso. Esso dovrebbe consentire alle persone in bisogno della guida di una vita dignitosa.
Regno Unito —-) L’Income Support è uno schema che fornisce aiuto a chi non ha un lavoro full time (16 ore o più a settimana per il richiedente, 24 per il partner) e vive al di sotto della soglia di povertà. Il sostegno ha durata illimitata finché sussistono le condizioni per averlo e varia in base ad età, struttura della famiglia, eventuali disabilità, risorse che i beneficiari hanno a disposizione: chi ha in banca più di 16mila sterline non può accedervi e depositi superiori alle 6mila riducono l’importo del sostegno.
Irlanda —-) 849 euro mensili per Back to Work Allowance nell’isola un disoccupato che intraprende un’attività lavorativa continua ad usufruire dei sussidi per diversi mesi dopo l’avvio del lavoro.
Germania —-) l’Hilfe zum Lebensunterhalt, letteralmente un “aiuto per il sostentamento“, un assegno sociale per i pensionati in condizioni di bisogno (Grundsicherung im Alter) e un sostegno ai disoccupati con ridotte capacità lavorative (Erwerbsminderung). Non è tutto oro quello che luccica. Sembra che in Germania molti lavoratori per mantenersi l’aiuto accettino lavori ad meno di un euro l’ora. Nel 2010 oltre quattro milioni di persone hanno lavorato a meno di sette euro l’ora. C’è un lato oscuro del miracolo tedesco, ma viene sapientemente nascosto.
Danimarca —-) Kontanthjælp, l’assistenza sociale. Il sussidio è tra i più ricchi: la base per un singolo over 25 è di 1.325 euro (escluso l’aiuto per l’affitto, che viene elargito a parte), che arrivano a 1.760 per chi ha figli.
Svizzera —–) in fase di approvazione (ecco il link di questi giorni http://www.investireoggi.it/economia/reddito-di-cittadinanza-2mila-euro-al-mese-per-tutti-referendum-rivoluzionario-in-svizzera/ )
La Grecia secondo il piano del Governo, entro la fine del 2015 usufruirà del reddito minimo garantito.
Nel mondo ci sono esempi di applicazione di reddito di cittadinanza meglio definito così :
“una forma universalistica di sostegno del reddito garantita dallo Stato a tutti i cittadini maggiorenni a prescindere dai loro averi e dalla loro disponibilità a lavorare”
L’Alaska con Alaska Permanent Fund, ma che si finanzia al 25% con i proventi delle estrazioni del petrolio e del gas. Il Brasile con Bolsa Familia, con la legge n. 10.835/2004 promulgata dal presidente Lula l’8 gennaio 2004. In Brasile sembra aver funzionato bene, infatti in base ai dati della Banca Mondiale, in questi anni la percentuale di persone che vivevano sotto la soglia della povertà (fissata nelle parti più ricche del mondo emergente a 4 dollari al giorno) è scesa dal 42.84%, del 2003 al 27.60% del 2011. Secondo il Ministero per lo Sviluppo Sociale, il budget per il programma sarà portato dai 10,7 miliardi di dollari del 2012 a 12,7 nel 2013.
Ci sono esempi di realizzazioni anche in Namibia, in uno dei villaggi più poveri del mondo, applicata per due anni una modesta forma di sostentamento, ha generato diminuzione della malnutrizione, criminalità ed è calato anche l’abbandono scolastico.
In India vorrebbero introdurre una sorta di “Bolsa familia” soprattutto per i bambini in età inferiore ai tre anni afflitti dal problema della malnutrizione.
In Italia per ora se ne parla e basta, uno dei progetti punta del Movimento 5 stelle, da sempre obiettivo fondamentale dei grillini in Parlamento e che adesso inizia il suo iter parlamentare: è il disegno di legge sul reddito di cittadinanza ed è stato presentato al Senato proprio nel giorno in cui, il governo ha chiesto la fiducia sul Jobs Act a palazzo Madama. Un progetto così importante che per la prima volta il movimento di Grillo apre anche ad altre forze politiche, in particolare Sinistra ecologia e libertà, che aveva presentato tempo fa un progetto simile.
In Italia non funziona quello che già esiste, compresa una CIG iniqua, distorta e fonte di discriminazioni.
Alcuni dati :
Nel 2012 23,5 miliardi c CIG ind. Di disoccupazione e si arriva a 29 con incentivi alle assunzioni, ma…. con un reddito a TUTTI di € 720,00 occorrerebbero 33 miliardi.
Quindi …. non mancherebbe molto.
Il vero problema è …. LA REDISTRIBUZIONE , non la fattibilità economica.
Oppure …. si potrebbe ripartire dalla terra e magari chiamarlo : REDDITO DI RURALITA’ e assegnare terre incolte ai senza lavoro, …… sarebbe già un modo per ripartire !
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