Redditometro 2013, sentenza favorevole emessa dal Tribunale di Napoli

Da Mrinvest

Respinta l’ordinanza della sezione staccata di Pozzuoli del Tribunale di Napoli che aveva censurato diversi punti del redditometro 2013

Il redditometro 2013, lo strumento messo a punto dal Fisco italiano per combattere l’evasione, fa segnare un punto a suo favore.
Il mezzo attraverso il quale l’Agenzia delle Entrate compie una presunta determinazione del reddito complessivo del contribuente, basandosi sulla sua “capacità di spesa”, determinazione che poi viene confrontata con la dichiarazione dello stesso, ha ottenuto una risposta positiva dal Tribunale di Napoli.
L’ente diretto da Attilio Befera aveva presentato ricorso contro l’ordinanza emessa da


una sezione staccata del Tribunale di Napoli, quella di Pozzuoli, con cui il giudice aveva censurato il redditometro 2013dichiarandolo illegittimo, adombrando anche la presenza, nello stesso, di tratti di incostituzionalità.

L’ordinanza contro cui l’Agenzia delle Entrate ha presentato ricorso, aveva accolto le doglianze di un contribuente, pensionato, il quale aveva lamentato un’ingiustificata invasione della propria sfera privata ed il mancato rispetto, con l’inversione dell’onere della prova, del fondamentale diritto di difesa.

Il tribunale di Napoli ha sancito dunque l’ inammissibilità dell’ordinanza.
Il collegio giudicante, però, non ha valutato il merito del ragionamento e delle argomentazioni che stanno alla base della decisione del giudice della sezione staccata di Pozzuoli, ma ne ha dichiarato l’inammissibilità per la presenza di un vizio formale, e cioè che gli atti tributari, qualsiasi sia la natura delle doglianze di cui sono oggetto, non possono essere impugnati davanti al giudice ordinario.

Con questa decisione si riapre lo scontro sul redditometro 2013. Utile strumento nella lotta all’evasione fiscale o simbolo di un fisco prevaricatore che con il redditometro non colpisce, come si vorrebbe far credere, i grandi evasori? Per questo motivo, molti aspettano un provvedimento di natura applicativa da parte dell’ Agenzia delle Entrate.

Per ora l’unica mossa dell’Ente diretto da Befera è stata quella di fissare una specie di “franchigia” a 12 mila euro, tale per cui non si reputano come rilevanti le differenze tra reddito desumibile dalla dichiarazione e reddito calcolato con il redditometro che non superino i mille euro.


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