Magazine Cinema

Reecensione: OGNI MALEDETTO NATALE. L’anti-cinepanettone è servito

Creato il 11 dicembre 2014 da Luigilocatelli

Ogni maledetto Natale, un film di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo. Con Alessandro Cattelan, Corrado Guzzanti, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Francesco Pannofino, Laura Morante, Alessandra Mastronardi, Caterina Guzzanti. foto-ogni-maledetto-natale-12-lowMentre torna clamorosamente con Ma tu di che segno 6? il cinepanettone vanziniano-neriparentiano, resiste in sala questo Ogni maledetto Natale che, con le armi della black comedy, mira al cuore della festa più festa dell’anno. Alla regia il team autoriale di Boris. Si ride abbastanza, anche se il film ha più a che fare con la sit-com che con il cinema-cinema. Voto 6+foto-ogni-maledetto-natale-27-lowIl team ideativo di Boris – la serie tv (un successo) e il film (un flop) – ci riprova al cinema con questo Ogni maledetto Natale che, per corrosività e ricorso a un umorismo nero non così italico, non così convenzionale, si configura a tutti gli effetti come l’anti-cinepanettone di fine anno. Cattivista al punto giusto, come già lascia intendere il titolo. Un film natalizio che mira al cuore della più stressante, fastidiosa, insidiosa e falsamente saccarinica festa che ci sia. Quella dei regali incrociati obbligatori, delle disastrose e velenose reunion di famiglia, delle abbuffate compulsive. Si comincia a Roma, con un ragazzo dalla faccia di bravo ragazzo (difatti è Alessandro X-Factor Cattelan) aggredito da un delinquente travestito da Santa Claus e prontamente soccorso da una ragazza con la faccia da brava ragazza (difatti è Alessandra ex-Cesaroni Mastronardi). E sembra di rivedere la sequenza iniziale di Nymphomaniac, con Cattelan al posto della pestoccata Gainsbourg e la Mastronardi che rifà la buona samaritana alla maniera di Stellan Skarsgard. Affinità che si fermano qui, non temete. Sarà subito amore tra i due, Massimo e Giulia, con tanto di invito da parte di lei a passare l’imminente Natale nella casa dei suoi, in campagna, in una zona che m’è parsa un po’ Tuscia un po’ Ciociaria, però più la prima. Scoprirà, l’ospite venuta dalla città e impegnato nel settore del microcredito, che la famiglia dei potenziali suoceri e cognati e cugini è un clan di selvaggi da horror, neanche fossimo precipitati in un remake burino-laziale di Un tranquillo weekend di paura di John Boorman o in un qualche slasher/gore di bassa macelleria. Ghigni feroci, deformità lombrosiane. Gente che trascina il malcapitato in sanguinose cacce al cinghiale e bevute di grappa invecchiata in ampolle con vipera. Riproduzione del vecchio schema narrativo, e comico, del civilizzato tra i bruti, del bello tra le bestie, che mostra anche stavolta di funzionare egregiamente come macchina di risate.
Si ride anche di più nella seconda parte, nella casa di famiglia di lui, del signorino Massimo, e trattasi di villa altoborghese sì romana, ma vagamente da collina torinese agnellesca. Modi assai più civilizzati, ma conflitti interni altrettanto spietati. Ci penserà un cameriere filippino con il suo suicidio a stravolgere il Natale meticolosamente  pianificato dalla padrona di casa. Con un Valerio Mastandrea psicotico in preda a ossessioni mistico-religiose, un irresistibile Corrado Guzzanti quale filippino responsabile della servitù e una Caterina Guzzanti innamorata persa del suicida. Siamo lontani dalla comicità bassa della tradizione cinepattonica vanziniana-neriparentiana (di cui si segnala in questi giorni il grande revival con Ma tu di che segno 6?) e pure da quella di derivazione cabaret-milanese-zeligiana, con semmai qualche (qualche) clin-d’oeil alla raunchy comedy giovanottesca americana. Peccato non si riesca ad evitare l’effetto sit-com, gag infilate una via l’altra come alla tv, mentre latita un disegno narrativo più strutturato. Funzionano tutti, dalla coppia Cattelan-Mastronardi ai fratelli Guizzanti a Francesco Pannofino a Marco Giallini, che, burini nella prima parte, ricompaiono come borghesi nella seconda. Con una sorprendente Laura Morante, irriconoscibile quale matriarca del clan selvaggio, riconoscibilissima invece quale sciura aristo-chic.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :