[Referendum 6 maggio] I partiti non si mobilitano. Silenzio degli indipendentisti

Creato il 26 aprile 2012 da Subarralliccu @subarralliccu
26 aprile 2012 · by simonasotgiu (anomis) · in Referendum 6 maggio 2012. ·

Domani 27 aprile il Tribunale di Cagliari si pronuncerà sul ricorso inoltrato dall’Unione delle Province sarde contro quattro dei 10 quesiti referendari del 6 maggio. Oggetto della contesa, lo ricordiamo, sono i quesiti che prevedono l’eliminazione delle nuove province di Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Olbia-Tempio e Ogliastra.

A rendere ancora più incerta la sorte del referendum è la mancata mobilitazione da parte dei partiti isolani che oltre a non pronunciarsi nel merito dei quesiti sembrano, in certi casi, ignorare l’esistenza del referendum. Ma cerchiamo di riassumere la situazione:

  • Nel sito del partito democratico sardo è possibile trovare un post del  16/03/2012 in cui “si esprime il massimo rispetto con l’iniziativa proposta dall’Unione delle Province sarde” e si auspica una veloce risoluzione della situazione di incertezza in modo che i cittadini possano essere informati sulle ragioni del si o del no. Nessun accenno alla posizione del partito che, forse, è già espressa dal Presidente della Provincia di Nuoro e Presidente dell’Unione delle Province sarde Roberto Deriu, che ha inoltrato i ricorsi contro i quesiti referendari sopra citati.
  • Il Presidente della Regione Ugo Cappellacci ha manifestato più volte il suo sostegno al referendum, così come viene dichiarato nel suo sito. Il Presidente Cappellacci considera i referendum come una soluzione per riportare gli elettori alle urne con la possibilità di pronunciarsi su tematiche importanti.
  • È il sito dei Riformatori a raccogliere gran parte delle informazioni sul referendum sostenendo la necessità di riportare la politica tra la gente e eliminando i privilegi della Casta. Nel sito si può trovare anche un calendario con date e luoghi della mobilitazione informativa.

Il silenzio si fa totale nei siti dei partiti indipendentisti di ProGreSIrs e dell’Unione di Centro.

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