
Il solito spettacolo della sinistra che si frantuma all'infinito, e anche dopo frantumata prosegue nella dispersione delle energie, preda di un virus che sembra non abbandonarla. E al di là del discorso sulla sinistra, l'eterno argomento della costruzione di un fronte che si contrapponga al governo Renzi. Il riferimento è alla raccolta delle firme per gli otto referendum proposti da "Possibile", la neo associazione fondata da Pippo Civati dopo la sua uscita dal Pd. Si tratta di un gruppo di quesiti (dei quali qui non discuto il merito) costruiti attorno a quattro temi (scuola, lavoro, democrazia, ambiente), con un denominatore comune: smontare ciò che è stato prodotto dal governo Renzi, dalla nuova legge elettorale alla riforma del lavoro, a quella della scuola (qui il dettaglio). Ora, leggendo i titoli dei referendum, verrebbe da pensare che su di essi potrebbero convergere tutti coloro che vedono le politiche di Renzi come il fumo negli occhi, mentre nella realtà, in una maniera pù o meno dichiarata, Sel di Vendola, la Cgil, Landini (come Fiom o come "Coalizione sociale) e M5S non hanno aderito, o se qualcuno ha firmato lo ha fatto a titolo personale, come il grillino Di Battista (qui un articolo di Jacopo Jacoboni dal sito de La Stampa)
Da che cosa è determinato, secondo me, questo stato di cose all'apparenza incoerente?
1) É probabile che giochi il timore di non raggiungere il quorum delle 500 mila firme necessarie: è facile obiettare con Catalano, che se non si aderisce alla raccolta di firme (sarebbe sufficiente la mobilitazione della sola Cgil), difficilmente si potrà anche solo pensare di ottenere il risultato;
2) Competizione interna: dopo l'uscita di Civati, Cofferati e Fassina dal Pd, il fronte anti-Renzi per la costruzione, come si legge nei siti di riferimento, "di un nuovo soggetto unitario e plurale della sinistra", si è fatto più affollato: Sel avverte il fiato sul collo e propone una sua rifondazione (nominalmente "aperta a tutti i soggetti alla sinistra del Pd"), e Landini rimane volutamente vago per non bruciarsi. In pratica tutti avvertono il bisogno di non rimanere frammentati, ma nello stesso tempo vorrebbero avere la leadership del cosiddetto "nuovo corso". Il risultato di questo "stop and go" è uno solo: lo stallo completo. Tipica di questo atteggiamento, è la frase che si sente ripetere in queste occasioni: "Non si aderisce ad iniziative promosse da altri", parole spesso ascoltate in ambienti della sinistra politica e sindacale, una frase che l'articolo di Jacoboni prima richiamato attribuisce anche ad uno dei fondatori del M5S, Gianroberto Casaleggio. Il Movimento 5 Stelle, pur non rientrando in questo ipotetico (ennesimo) cantiere della sinistra per la sua estraneità dichiarata a qualsiasi schieramento, avverte comunque nell'operazione "referendum Civati" il pericolo di non poter egemonizzare il fronte anti-Renzi.
