Ma non è questo il punto. Quello che stupisce è la mancanza di stupore (perdonate il gioco di parole) su un dato di consenso che fino ad oggi sembrava appartenere più a realtà come la Bulgaria filo-sovietica o la Corea del Nord. Un dato che non fa altro che confermare quanto sostengo da tempo, e cioè che la moratoria promossa dal governo è quanto mai opportuna per evitare di compiere scelte importanti basandosi esclusivamente sull’effetto emotivo provocato da Fukushima. Non è infatti credibile che un tale risultato sia frutto di un dibattito serio, in cui le diverse posizioni si sono confrontate apertamente cercando di spiegare ai cittadini le proprie ragioni. E non è credibile che in altre circostanze i numeri sarebbero stati gli stessi.
Ancora una volta, ciò che dispiace di più è constatare come chi è contrario al nucleare non ha veramente a cuore l’informazione dei cittadini su un tema tanto delicato, quanto piuttosto la promozione dei propri interessi, senza alcun riguardo per una partecipazione popolare che sia veramente consapevole.