Grande sollievo da parte del Parlamento Europeo: lo afferma il presidente Martin Schulz alla radio tedesca Deutschlandfunk. Il premier britannico Cameron, felicissimo per la decisione espressa dagli scozzesi, si è espresso così twitter: “È tempo per il nostro Regno Unito di andare avanti. La questione è stata risolta per una generazione o, come ha detto Salmond (il leader indipendentista, ndr), per una vita. Ho appena parlato con lui e mi sono congratulato per la campagna combattuta con forza. Sono felicissimo che il suo Snp parteciperà ai colloqui per una ulteriore devolution. Rispetteremo le promesse fatte alla Scozia in pieno. Entro gennaio sarà pronta una bozza di legge a riguardo. Gli scozzesi hanno mantenuto unito il nostro Paese, formato da 4 nazioni, e come milioni di altre persone sono felicissimo. Gli scozzesi avranno più potere sui loro affari, e ciò varrà ugualmente per gli abitanti di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord”.
Il leader scozzese indipendentista Salmond ha ammesso la sconfitta in mattinata, dopo aver avuto certezza della vittoria del “no”: “Accettiamo la sconfitta. Riconosciamo la scelta democratica degli scozzesi. Ringraziamo comunque quel milione e seicentomila voti che hanno fatto sopravvivere il sogno. E ora si onorino le promesse. Lo chiedano tutti gli scozzesi”.
Anche la sterlina risente degli effetti positivi del “no” votato dalla Scozia: stanotte ha registrato 78,10 pence, il massimo sull’euro da luglio 2012. Stesso discorso per la borsa: l’indice Ftse 100 è salito allo 0, 75% con 6.870, 41 punti.
Il referendum ha influenzato anche le altre borse mondiali: l’indide Ftse Mib di Milano è salito dell’1, 10% a 21.374 punti. Tokyo ha chiuso invece con +1, 58%, toccando la massima punta da novembre 2007.