Referendum Veneto Libero: gli strani numeri continuano

Creato il 28 marzo 2014 da Zamax

Ad un esame un po’ più attento i numeri del referendum online sull’Indipendenza del Veneto destano nuove perplessità. Durante ciascuno dei sei giorni della votazione il sito Plebiscito.eu aggiornava i dati alle 11.00, alle 18.00 e alle 22.00. Le votazioni si sono chiuse alle 18.00 di venerdì 21 marzo, per cui, ovviamente, non c’è il dato delle 22.00 di quel giorno. Manca inoltre – almeno io non l’ho trovato – il dato relativo alle 22.00 del 19 marzo.

Questo è il riepilogo dei dati disponibili alla fine di ogni giornata di voto:

16 marzo ore 22.00 – voti 492.256

17 marzo ore 22.00 – voti 748.503

18 marzo ore 22.00 – voti 1.062.123

19 marzo ore 18.00 – voti 1.307.334

20 marzo ore 22.00 – voti 1.878.071

21 marzo ore 18.00 – voti 2.360.235 (pari a circa il 63% del corpo elettorale)

Questo invece è il riepilogo dei voti espressi per ogni singola giornata. Non essendo a disposizione il dato delle 22.00 del 19 marzo ho aggiunto 100.000 voti tondi ai 1.307.334 delle ore 18.00 (portandoli quindi a 1.407.334), in quanto il giorno precedente dalle 18.00 alle 22.00 avevano votato, secondo Plebiscito.eu, circa 100.000 persone. Questo dunque è il riepilogo:

16 marzo – voti 492.256

17 marzo – voti 256.247

18 marzo – voti 313.620

19 marzo – voti 345.211

20 marzo – voti 470.737

21 marzo – voti 482.164

per un totale, appunto, di 2.360.235 voti.

Quello che colpisce in questi dati è come il voto si sia distribuito armoniosamente durante i sei giorni del referendum. Solo il secondo giorno vi è un quasi dimezzamento rispetto al primo, ma poi vi è una progressione lenta e costante. Un referendum che dura quasi una settimana è una novità. Tuttavia possiamo sempre ipotizzarne la fenomenologia caratteristica. Che, a mio avviso, può presentare due variabili fondamentali: 1) Voto massiccio nelle primissime giornate, e poi progressivo svuotamento del bacino dell’elettorato propenso a votare, con voti al contagocce nelle ultime giornate; 2) L’esatto contrario, con lo stesso elettorato che se la prende calma e poi concentra il voto negli ultimi due-tre giorni. In ambedue i casi lo svuotamento avrebbe qualcosa di naturale. Questo voto indipendentista veneto ha invece una dinamica tale da conservare necessariamente una forza inerziale di centinaia di migliaia di voti. Se davvero i voti sono stati quelli comunicati dai promotori del referendum, cosa sarebbe successo se si fosse votato fino a domenica? Avremmo avuto più di tre milioni di voti?

Ancora. Il sito Plebiscito.eu ha comunicato nei primi due giorni di votazione i dati relativi alle province, per poi smettere di botto. Il primo comunicato è stato fatto al traguardo dei 430.000. Questo il riepilogo:

Vicenza – voti 121.700

Treviso – voti 118.300

Padova – voti 105.300

Venezia – voti (+ di 50.000) [così è scritto, NdZ]

Verona – voti 27.800

Belluno – voti 3.300

Rovigo – voti 3.100

Considerazioni: 430.000 sono il 18,2% dei voti finali espressi. Facendo una proiezione sul voto finale, mantenendo fisse le percentuali di voto attribuite alle singole province, la provincia di Vicenza arriverebbe a 669.000 voti, quella di Treviso a 650.000, cifre superiori o pari al 100% del corpo elettorale.

Il secondo comunicato è stato fatto al traguardo dei 700.000 voti. Questo il riepilogo:

Vicenza – voti 182.000

Treviso – voti 179.000

Padova – voti 166.000

Venezia – voti 143.000

Verona – voti 92.000

Belluno – voti 28.000

Rovigo – voti 29.000

Considerazioni: la somma dei voti delle province dà 819.000, non 700.000. (Alla fine della giornata di votazione sarebbero risultati 748.503). A tutt’oggi l’errore non è stato corretto. Nessuno, d’altra parte, sembra se ne sia accorto. Facendo le proiezioni sopramenzionate (calcolate su 819.000) i voti previsti per le province di Vicenza e Treviso arriverebbero a circa l’80% del corpo elettorale. Rispetto al primo comunicato i voti delle province di Vicenza e Treviso sono aumentati del 50%, quelli di Padova del 60%, misteriosamente triplicati invece quelli di Venezia e Verona, e addirittura quasi decuplicati quelli di Belluno e Rovigo.

Ulteriori considerazioni: poniamo pure, volendo essere generosi, che di quei 2.100.000 che hanno votato per l’indipendenza, solo 500.000 si siano materialmente collegati col sito Plebiscito.eu (a chi ha telefonato bastava il numero telefonico – un solo numero? – indicato nel sito e quello del codice personale; c’è chi è andato al seggio per la registrazione e il voto; c’è chi ha eseguito l’operazione per tutta la famiglia, o per un gruppo di amici ecc.): se solo uno su cento di questi 500.000 avesse voluto esprimere un commento, un augurio, un «Forsa Veneto!», un «Forsa Leon!», un «gavemo vinto!» il sito in questi giorni avrebbe dovuto essere invaso da 5.000 commenti. Non li ho contati, ma in tutto sono sicuramente meno di un decimo di questa cifra.

[pubblicato su Giornalettismo.com]


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