La Sardegna anticipa il Paese nelle riforme e cancella con i referendum le Province regionali del Medio Campidano, Carbonia-Iglesias, Ogliastra e Olbia-Tempio e chiede l’abolizione di quelle storiche di Cagliari, Oristano, Nuoro e Sassari. Quorum superato per i dieci quesiti referendari: alle 22 di ieri, ora di chiusura delle urne, ha votato il 35,50% degli aventi diritto cioè 525.651 sardi.
’Una giornata di grande partecipazione popolare che rappresenta una vittoria per la Sardegna e per tutti i Sardi”, è il commento del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci. “I cittadini si riappropriano degli spazi della politica – ha aggiunto il presidente della Regione – e danno essi stessi impulso ad una stagione di cambiamento non piu’ rinviabile, che deve coinvolgere tutta la politica e l’intera societa’ sarda. Al di la’ delle appartenenze di ciascuno, bisogna cogliere questo messaggio chiaro e la volonta’ espressa di una Sardegna che intende decidere con scelte autonome e di rottura con il passato”
Come “vittima” eccellente è il presidente del Sulcis, Salvatore Cherchi, esponente di punta del Pd sardo, già deputato e sindaco di Carbonia, che, dati i risultati, si è dimesso. «Rispetto l’esito del referendum» dichiara. La Giunta sarà retta dal vicepresidente e resterà in carica per evitare la paralisi.
Insorge invece il presidente della Provincia di Olbia Tempio, Fedele Sanciu, che parla di “caos totale dopo il voto” e rimarca che il 73% dei galluresi non e’ andato a votare, segno evidente che non voleva la cancellazione dell’Ente. Allarme dal presidente dell’Ups Roberto Deriu, promotore dei ricorsi sull’illegittimita’ del voto: “ora si apre un pericoloso vuoto politico-amministrativo”.