Allora, lo premetto. Post polemico, in cui non voglio a ogni costo passare da rompiballe, ma solo spingere a vedere il tutto da una prospettiva diversa, in un momento assolutamente euforico in cui tutti siamo felici del quorum raggiunto e della vittoria del sì.
Due punti, così, tanto per.
Innanzi tutto: affluenza superiore al 56%. Ergo, un bel 44% di italiani che non hanno votato. Togliamo gli ammalati, chi era in ferie fuori città, gli impossibilitati per causa maggiore. Ecco, queste attenuanti mi fanno pensare a un 80% di quorum, non un misero 57%. Perché, lo ribadisco, stavolta eravamo chiamati a esprimere il nostro giudizio su temi molto importanti, non cavilli di leggi o quant’altro. Acqua, nucleare e la norma Salva-Berlusconi. Eppure, il virus dell’incoscienza ha contaminato molte persone. Ne sono convinto, non tutti hanno evitato di votare per l’astensionismo consigliato da Berlusconi. In molti se ne sono fregati. Ed è un segnale brutto, molto brutto. Magari poi sono le stesse persone, con lo stesso virus, a cui piace lamentarsi dalla mattina alla sera del mondo che va a rotoli davanti a un caffè. Lamentarsi e lavarsene le mani. Armiamoci e partite. Siamo alle solite.
Poi. Esprimere la nostra opinione tramite un referendum è quanto di più democratico possa esistere, almeno a livello teorico. Ancor più del voto politico, in cui mettiamo una X incrociando le dita che il partito scelto rispetti gli impegni promessi in campagna elettorale, cosa che storicamente è una mezza bufala. Votiamo, certo, poi i partiti fanno quello che gli pare, compresi ribaltoni e strane alleanze in corsa, finché la poltrona è ancora calda.
Il referendum è qualcosa di diverso. Cosa ne pensi? Lo vuoi o non lo vuoi? Sì o no. Easy. rapido.
Peccato che.
Peccato che il parlamento sia un’entità inintelligibile, per cui se i cittadini italiani esprimono una chiara preferenza, esiste sempre un modo per aggirare la legge e farne un’altra, grazie a un condimento impeccabile di sinonimi, per poi mettercelo in quel dannato posto, in modo più o meno evidente. Quindi sì, oggi l’Italia dice NO al nucleare, alla privatizzazione dell’acqua, al presidente del consiglio che se ne frega di andare in giudizio. Ma domani? Domani ci sarà sempre un modo per fregarci, parliamoci chiaro.
Quindi è tutto inutile? Certo che no, perché noi viviamo per i nostri ideali. Senza ideali avremmo cervelli disidratati. Per cui continuiamo ad andare a votare, sempre. Sia ben chiaro.