Sonia Caporossi ed Antonella Pierangeli
Emilio Vedova, … in continuum, compenetrazioni/traslati 1987/1988
REFERTO
Considero la specie nel tramezzo
e non si vede che un’orma di rimando.
La luce non si scopre senza i nervi
e il marmo che chiude questa fossa
non cambia il suo colore sotto il sole:
se la scritta sua sbiadisce
- inezia temporale -
anche miseria è solo una parvenza.
Eppure questi lati si riaprono, ancora
e non per gioco di bambino.
La notte è solo notte
ma l’eccesso non considerato
pioggia non asciuga.
Paralisi sentire il mondo corruttibile,
al confine.
Un passo, una sosta, uno scatto.
Forze discordi,
contrazione o d’astinenza bandolo
come foglie d’acacia
frante di terra.
Poi verranno a prenderci,
la mani già negli occhi,
la facile memoria imputridita
che la minaccia non è fantastichìo.
Considero la specie nel tramezzo:
se la notte stende col martello,
tossicologia non ci serve in un trattato.
Veleno lo vogliamo dentro le vene scure.