Avete presente i bambini che a Natale pur avendo ricevuto un bel regalo sotto l'albero, cercato e acquistato con cura da genitori, nonni, amici e parenti, si mettono a giocare tre secondi dopo con il solito orsacchiotto consumato da abbracci, lotte, cibarie e lacrime.
Ecco, un po' in questi giorni post-Salone mi è capitato qualcosa di simile. Libri, tantissimi libri che scintillavano ovunque al Lingotto, come lingotti, meravigliosi, per giorni e giorni, illuminati da luci brillanti, alcuni dei quali leggerò, so bene che li vorrò presto aprire, sfogliare, sottolineare o cliccare sull'ereader. E a loro volta diventeranno - perdonate se permango nella sublime metafora - nuovi "orsacchiotti" da combattimento.
Però adesso, un attimo, un secondo ancora di qualcosa di rassicurante, non-nuovo, che stava lì ad aspettarmi da tempo, impolverato, da un bel po' di tempo, o tantissimo tempo. Come, non so, un ancoraggio nel mare profondo, da cui ripartire con le letture, come tornare a casa e poi riprendere il viaggio (salgarianamente) nell'universo interstellare della narrativa.
Allora, due perle che stazionavano sul mio comodino, una dal lontano 2005 (sì!) l'altra da qualche mese, e finalmente sono andata avanti. E a volte scopri di avere tesori inestimabili tra le dita.
Mi sono accorta, solo scattando la fotografia, che in entrambi i titoli compare la parola "tutto".
Tell It All di/su e con Raymond Carver, editore Leconte, l'ho inserito qui su Bol.it in un post che spero vi incuriosisca a proposito di uno dei miei scrittori preferiti! Lui è quel libro che mi aspettava dal 2005! Che pazienza, grazie ;). L'attesa è valsa la pena: è un piccolo breviario carveriano da non perdere per entrare nel suo mondo.
L'altro libro che finalmente ho ripreso in mano, e ho fatto bene, augurandovi di leggerlo è: Tutto ciò che sono, di Anna Funder, Feltrinelli.
Questo è un romanzo paradossalmente fresco, delicato che però affonda le radici nella più tragica Storia passata (il nazismo hitleriano). Gli sbalzi temporali arrivano quasi ai giorni nostri e ritornano alle quattro vicende di lotta e resistenza. La particolarità del romanzo è la scrittura concreta, attenta ai piccoli dettagli e, passatemi il termine, che non so bene se usare, ma insomma "femminile", e intendo "soave" e trasparente, ovvero capace di lasciar trasparire le cose importanti che succedono con garbo, con passione e tranquillità insieme.
Per capirci, l'incipit evoca un po' tutta l'impostazione del libro: "Quando Hitler prese il potere ero nella vasca da bagno". E quindi per me si riconferma il compito dei grandi romanzieri che spesso mi pare un po' quello di raccontare "cosa facevano loro, i personaggi" durante le diverse circostanze politiche e sociali. Semplicemente questo, possiamo dircelo con mille parole diverse, ma la sostanza si direbbe invariata. Anna Funder poi è riconosciutamente molto abile in questo. E nel suo libro è bello lasciarsi affascinare soprattutto dal bel ritratto di Dora, un'eroina d'altri tempi, anzi ancora dei nostri.
Buone letture!
c\_/