E, sembra che i grandi magazzini abbiano persino subito un boom di visitatori e di vendite. L’universo maschile si trasforma e si evolve in modo naturale, l’esperimento pare nasca dall’aver notato bambine giocare con le macchinine e bambini con le bambole.
Insomma l’insolita esperienza messa in campo dai magazzini Super U non solo ha attirato clienti ma ha sollecitato psicologi ed esperti ma anche il collettivo contro i giochi sessisti che da anni condanna il marketing ed il packaging dei giochi che, qualsiasi attento osservatore può notare, sia ricco di stereotipi. Bambine che giocano alle infermiere e bimbi che prediligono le macchinine. Il medesimo collettivo ha, a sua volta, contestato anche i regali che imporrebbero uno stereotipo di bambina casalinga e di bambino invece attratto da pericoli, giochi di guerra e quanto altro.
Forse però, si legge su La Stampa, i giochi non indurrebbero a stereotipi. Infatti la psicanalista Sylviane Giampino, dell’osservatorio delle pari opportunità, ha dichiarato «la cosa fastidiosa degli stereotipi sessisti nei giocattoli non è tanto che incoraggiano la ripetizione sciocca e insensata dei ruoli, ma piuttosto che impediscono ai due sessi di esprimersi su un più vasto territorio». E c«Un ragazzo a cui Babbo Natale rifiuta la cucina giocattolo o la bambola non sarà portato a prendersi cura degli altri. E non regalare mai a una bambina una pistola giocattolo o i lego, significa privarla dall’esercitare certe capacità d’astrazione, autodifesa e attacco, necessarie per sentirsi sicure nella vita».
Una ottima riflessione per chi deve acquistare regali di Natale per i più piccoli.