regali-подарить: una preghiera punk per la libertà

Da Madhouse @serenamadhouse
Non credo (e vivo benissimo così) in santi, dei e madonne, tanto meno nello spirito del Natale ma, se ci credessi, gli chiederei in regalo la liberazione delle due Pussy Riot rimaste  in carcere per colpe che... non sono colpe bensì tentativi creativi e intelligenti  di porre l'attenzione  su certi temi e su certi problemi. Altra cosa che gli chiederei e di donare alle ragazze e alle donne italiane la stessa passione, attenzione e determinazione che hanno queste donne russe... perchè la situazione di noi donne italiane andrà sempre peggiorando se non facciamo qualcosa per CAMBIARE lo stato delle cose e soprattutto la mentalità della gente.Intanto mi "accontento"del regalo che ho (già) ricevuto, il libro che con questo post voglio presentare e condividere con voi. Se vi va regalatelo e REGALATEVELO.LETTERA DI MARIJA DALLA PRIGIONE***Secondo giorno di carcere preventivo.   Io e la mia unica compagna di cella, Nina, dormiamo vestite su brande di metallo. Lei dorme in pelliccia, io con un cappotto.   In cella fa così freddo che abbiamo il naso arrossato e i piedi gelati, ma non è permesso infilarsi sotto le coperte fino al suono della campanella notturna. Le crepe negli infissi sono tappate con assorbenti igienici e pezzi di pane. Di notte i lampioni in strada colorano il cielo di arancione.    Ho ufficialmente interrotto lo sciopero della fame, quindi bevo acqua colorata (tè) e mangio pane raffermo tre volte al giorno. Le brande di metallo sono terribili, rischiamo di romperci la testa contro i bordi.    Nina ripete che non può andare peggio di così. Ha cinquantacinque anni e l'hanno arrestata per furto con scasso. Un poliziotto ubriaco ha preso tutte le sue cose e l'ha costretta a firmare il verbale che la incriminava; non ha mai letto ciò che ha firmato. Ora è una ladra mascherata: anche lei è una Pussy Riot.    Nina mi ha raccontato che la sua precedente compagna di cella si chiamava Vika. L'avevano ammanettata e violentata in un commissariato, nonostante fosse incinta. L'unico provvedimento è stato portarla da un medico il giorno seguente. Il dottore non ha diagnosticato l'aborto né lo stupro. Vika era accusata di furto con scasso ai danni di ignoti, questo è quanto riportato dal verbale. Anche lei è una ladra mascherata.    E sì, anche lei è una Pussy Riot.    Continuo a non dormire. Oggi hanno minacciato di trasferirmi in una cella disciplinare per non aver rifatto bene il letto. Qui, nel centro di detenzione preventiva, nessuno sa cosa sia un copripiumino, come in Europa, ma tutti sanno che sei una criminale e che sei qui per "una buona ragione".
    Nina ripete che non può andare peggio di così.
   Discutiamo di Orwell, di Kafka e della struttura governativa. Malediciamo l'ingiustizia, ma nonostante le mie incoraggianti citazioni di Foucault, Nina non ha fiducia nei cambiamenti. "Sarà, ma io di qui non esco" insiste.
   Nonostante il medico del centro di detenzione preventiva affermi orgoglioso di aver partecipato alle manifestazioni di protesta in piazza Bolotnaja e la donna che mi prende le impronte digitali creda nella rivoluzione (anche se ne considera inutile l'aspetto pacifista), nonostante tutti quelli che scrivono di me e mi aiutano a credere nel cambiamento, io so che non uscirò.
   Oggi ho potuto fare la mia prima vera passeggiata. Nel tempo che mi è stato concesso nel minuscolo cortile quadrato ingabbiato da muri di cemento e sbarre di metallo, ho corso per venti minuti.
   Al centro di detenzione preventiva n.6 non ci è permesso ricevere libri; l'unica eccezione è la Bibbia, che mia mamma mi ha portato stamattina. Non l'ho ancora ricevuta.
   Sembra davvero che non possa andare peggio di così.

Marija Alechina(nata a Mosca il 6 giugno 1988, è studentessa al quarto anno dell'Istituto di giornalismo e scrittura creativa e ha esperienze di volontariato umanitario e di attivismo ambientalista con Greenpeace Russia. Ha un bambino di 5 anni, Philip ed ha svolto un ruolo attivo nel processo, contro-interrogando i testimoni e mettendo aggressivamente in dubbio la natura delle accuse e lo stesso procedimento.) ****************************************
    

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