Magazine Diario personale
autore: Sara Saurini (AttiroKira)
Kiroflessioni
costume e società Quando qualcuno mi comunica che convolerà a giuste nozze rimango sempre un po’ sconcertata, insomma, nessuno ha più necessità di sposarsi, siamo nel 2012, a chi serve? Nelle coppie c’è sempre maggiore indipendenza morale ed economica, nessuno si stupisce più di conviventi con eventuale prole e non credo che il problema sia la religione, visto che il numero di persone che si sposa credendo di farlo davanti ad un Dio qualsiasi si è notevolmente abbassato. Ma io sono una cinica senza rimedio e per fortuna non tutti sono come me, perché il valore simbolico di certi gesti è importante, urlare al mondo “noi ci amiamo” non è sempre così scontato e non è una semplice voglia di protagonismo come potrebbe sembrare. Così ieri, tenendo a mente che “l’amore è una cosa meravigliosa” e che, il problema sono io, sono andata a comprare un regalo di nozze, per due splendide persone che hanno deciso di credere nell’amore eterno, e beh, caspita non è una cosa semplice… scegliere il regalo intendo. Mi aggiravo con l’aria smarrita in un negozio di articoli da regalo di quelli seri, in cui si prenotano liste di nozze, ci sono pentole di ceramica all’ultimo grido e bicchieri di cristallo che si rompono solo a guardarli, ma non avendo idea delle esigenze degli sposini più che altro avevo intenzione di acquistare qualcosa di originale. La commessa mi ha guardato con l’aria di chi la sa lunga: “Posso aiutarla? Deve fare un regalo importante? Matrimonio?” Al mio cenno di assenso ha risposto con l’aria soddisfatta di chi ha tutto sotto controllo… beata lei! E così abbiamo iniziato il nostro viaggio nel fantastico mondo degli sposi, sembravo una giapponese in visita ai musei vaticani, lei davanti con il portamento di una guida turistica mi illustrava quali fossero i regali di tendennza e io annuivo con l’aria stupefatta della novellina. Dopo una prima fase esplorativa la mia guida, visto il mio smarrimento, è passata alle domande: “il miglior regalo è quello pensato sulle esigenze di chi lo riceve, per esempio lui mangia volentieri carne, allora una pietra ollare con doppia velocità dei fuochi è l’ideale, se lei invece ama le cose raffinate: tazze da te in porcellana di antiquariato, con due regali e un prezzo contenuto potrebbe soddisfare entrambi a pieno…” Ha smesso di parlare e mi ha guardata e poiché presumo di non aver avuto lo sguardo di una che era stata convinta, ha proseguito “beh ovviamente questo è solo un esempio, ma se lei fosse una donna tradizionale potrebbe apprezzare questa tavola da stiro di ultima generazione…” A questo punto dovevo fermarla “beh ecco, non sono convinta, passi per le tazze, ma la tavola da stiro mi sembra un regalo per l’angelo del focolare degli anni 50, senza considerare che non c’è nessuna lei… anche se, beh tendenzialmente uno può essere un po’ quello che gli pare, ma in questo specifico caso una lei non c’è proprio” Aveva il mio stesso sguardo smarrito di pochi minuti prima, e infatti “beh, se lei è più legata allo sposo può fare una cosa mirata a lui…” “No, mi perdoni qui gli sposi, sono due!!” Silenzio, stupore, disappunto malcelato, ripresa: “Benissimo! Allora ci vuole del colore, delle cose mooolto colorate, eliminiamo gli utensili della cucina, ci vuole qualcosa di più cool, beh si sa che si tratta di persone con maggiore sensibilità e con uno spiccato senso del gusto… ” Ora tocca a me. Silenzio, consapevolezza, disappunto malcelato, ripresa: “Beh certo si sa gli omosessuali hanno solo case coloratissime, anzi da regolamento devono avere almeno una parete con la bandiera arcobaleno, quindi serve qualcosa che non stoni e poi, con tutta quella sensibilità che mangiano a fare… e sa che lavoro fanno i miei amici? Lo stilista e il parrucchiere e ovviamente ascoltano solo Madonna, e beh si, sono due brave persone, ma adottare un bambino proprio no, magari potrebbero cominciare con un cagnolino… adesso che abbiamo esaurito gli stereotipi principali e partendo dal presupposto che anche gli omosessuali stirano, ma che per me un regalo è un regalo e non deve produrre fatica in chi lo riceve, e quindi non regalerei una tavola da stiro a qualcuno nemmeno se me la chiedesse… posso vedere più da vicino quei bicchieri lassù?” Lei: “si beh non era mia intenzione, io non ho nulla, sono persone come noi, cioè sono differenti, ma va bene lo stesso e poi le devo confessare che tra l’altro ho tanti am…” “…si ha tanti amici gay, non ne avevo dubbi, si vede che è una donna di mondo… i bicchieri per favore!” I bicchieri li ho comprati, erano perfetti, ma quando sono salita in macchina dopo essere uscita dal negozio e poi il giorno seguente, ancora, avevo quello strano magone allo stomaco che mi prende quando ho la sensazione che avrei dovuto fare qualcosa che non ho fatto. Quella commessa probabilmente è una persona innocua, e forse il suo unico problema è la superficialità, ma non sono tanto sicura che sia meno pericolosa della violenza, ecco perché le avrei dovuto dire di più, ma era più semplice comprare i bicchieri ed andarmene. Mi torna in mente che da qualche parte in casa ho il dvd di Boys dont’cry, domani lo guarderò di nuovo, tanto per ricordarmi che ci sono persone che sacrificano tutto pur di essere se stesse senza compromessi... e che perciò avrei dovuto perdere dieci minuti del mio tempo a parlare con quella tipa, perché se nessuno dice agli idioti che sono idioti, potrebbero non accorgersene mai. Potresti leggerti anche Vegetobuffoni Si predica bene e si razzola male
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