Era nato a Santo Stefano in Aspromonte ed aveva 86 anni. Ritenuto uno dei personaggi di primo piano della “vecchia ’ndrangheta”, con un ruolo di rilievo nelle decisioni delle cosche della provincia reggina. Sabato 30 marzo, vigilia di Pasqua, era stato destinatario di un maxi sequestro beni per un valore di oltre 150 milioni di euro.
Secondo la Procura Rocco Musolino aveva esercitato la propria attività sfruttando i legami con la ’ndrangheta, che gli hanno consentito di operare e agire, fino a raggiungere una posizione di sostanziale monopolio, con modalità di sopraffazione e intimidazione tipiche dell’impresa mafiosa, nonché sfruttando le cointeressenze in tutti gli altri settori del mondo politico, economico e istituzionale. Dai processi uscì però sempre indenne. Sul suo conto si sono espressi numerosi collaboratori di giustizia, che lo indicano come personaggio di estrema importanza nell’ambito della cosca Serraino, ove avrebbe esplicato funzioni di vertice.