Morire a 43 anni “oppressa” dai 140 kg. Non ci stava e nel tentativo di perdere peso ha perso la vita dopo un’agonia di oltre dieci giorni partita dalla clinica “Villa Sant’Anna” con sede a Reggio Calabria in convenzione con l’Azienda Sanitaria Provinciale reggina e la Regione. Immacolata Buontempone aveva deciso di perdere una volta per tutta quei kg che le creavano problemi, per questo aveva deciso di rivolgersi alla struttura sanitaria per iniziare una nuova vita con la decisione di passare al “palloncino”. A Roma i familiari hanno formalizzato una denuncia-querela ipotizzando un presunto errore di malasanità.
La Buontempone è stata ricoverata il 23 marzo scorso nella clinica Sant’Anna al fine di essere sottoposta a un intervento per il posizionamento di una bolla gastrica, il “classico palloncino”. L’operazione, tutta in via endoscopica, avrebbe dovuto concludersi nel giro di pochi minuti. Ma si è verificata la lacerazione dell’esofago. I sanitari e i medici della clinica hanno deciso per il trasporto della paziente presso gli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria per una tac. Intanto le condizioni della Buontempone, secondo il contenuto della denuncia presentata dai familiari, erano gravi in quanto appariva molto scura in viso, gonfia e con respiro molto affannato, ma a causa della mancanza di posti letto disponibili, arrivava il rifiuto del ricovero prima presso il nosocomio di Reggio Calabria e poi presso quello di Catanzaro. La lacerazione dell’esofago aveva anche provocato un collasso polmonare e già nella clinica era stato praticato un drenaggio polmonare. Un quadro clinico preoccupante che spingeva i medici operanti a “Villa Sant’Anna” di rivolgersi prima senza successo all’ospedale “Forlanini” e successivamente al Policlinico Umberto I di Roma. Dalla stessa clinica reggina, quindi, veniva contattata la Prefettura di Reggio Calabria che ha metteva a disposizione un aereo militare per il trasporto d’urgenza nella Capitale. Appena arrivati a Roma ai familiari, sempre secondo quanto si legge nella denuncia presentata il 4 aprile, veniva prospettata la gravità della situazione. I medici del “Policlinico Umberto I” giudicavano “molto gravi” le condizioni della donna a causa di una lesione dell’e s ofago, di una lunghezza presuntiva di circa 8 cm. Il giorno seguente la donna veniva sottoposta a un nuovo intervento per la ricostruzione dell’esofago al fine di tamponare la lacerazione. Ma le speranze di un miglioramento si sono rivelate vane anche a causa di una sopraggiunta grave forma di infezione “mediastinite” che colpisce proprio l’esofago. Si decideva per un nuovo intervento avvenuto il 3 aprile, operazione tecnicamente riuscita ma che non portava poi miglioramenti di sorta. Il giorno seguente il decesso causato, come sostengono i parenti, da un collasso dei bronchi e dal cedimento del cuore.
Immacolata Buontempone lascia 3 figli. Oggi le esequie.
Inviato il 20 maggio a 21:58
Non avrei consigliato una clinica, l'ospedale è attrezzato per ogni complicazione. Provare una dieta? subire interventi per scongiurare l'obesità, ok, ma con le dovute cautele. Condoglianze ai familiari