Reggio: un incontro a più voci sull'antico Egitto
Creato il 05 dicembre 2010 da Natale Zappalà
Articolo di Stefania Guglielmo tratto da Costaviolaonline.it
(Fonte: http://www.costaviolaonline.it/news.php?id=4014)
Egiptiakà, cioè “cose relative all'Egitto”. Questo il tema dell'incontro promosso dall'Associazione Culturale Anassilaos, in collaborazione con l'Università della Terza Età di Reggio Calabria, tenutosi ieri, 4 Dicembre 2010, presso la sala conferenze di via Willermin.Nel corso del convegno sono intervenuti il Prof. Daniele Castrizio (Università di Messina), il Prof. Benedetto Carroccio (Università di Cosenza) e il Dott. Natale Zappalà (storico e giornalista).Il Prof. Castrizio ha divulgato alla nutrita platea reggina i recenti (2003-2006) dati archeologici emersi nel corso degli scavi effettuati dal team dell'Università di Messina (con l'ausilio dell'Istituto Papirologico “G. Vitelli”), diretto dal Prof. Rosario Pintaudi, ad Antinoupolis, antica città romana – fondata dall'imperatore Adriano nel 130 d.C. – situata sulla riva destra del Nilo, a circa 300 km dal Cairo. Fra i numerosi e pregevoli reperti riportati alla luce trovano spazio mummie, curiosi ex-voto corredati da iscrizioni copte, icone bizantine risalenti al primo periodo cristiano.Il Prof. Carroccio si è poi soffermato sulla monetazione delle città greche di Sicilia della fine del III secolo a.C.: la raffigurazione di divinità come Iside, Osiride o Serapide testimonia infatti la grande influenza religiosa e culturale dei regni ellenistici e della dinastia tolemaica in generale sui popoli greci del Basso Tirreno.Infine, il Dott. Zappalà ha affrontato i secolari legami intercorrenti fra l'Egitto e Reggio in età classica e medievale. La città dello Stretto, un approdo ottimale e privilegiato dalla sua posizione di crocevia nel quadro delle antiche rotte commerciali, era un centro cosmopolita, caratterizzato dalla circolazione di uomini, mezzi ed idee. Nella regione del Nilo i Reggini esportavano prodotti come le celebri anfore contenenti il vino dolce della Bovesia, ivi lasciando la propria valuta argentea ad imperitura memoria di tali scambi. Anche a Reggio si diffuse, a partire dal III sec. a.C., il culto di Iside e Serapide, il cui tempio – di cui si conserva ancora un frammento di architrave – si trovava presso l'attuale Largo San Marco, alla confluenza fra Via Possidonea e Via Reggio Campi.Agli interventi dei relatori sono seguite diverse domande da parte dell'appassionato e competente pubblico, segno evidente dell'interesse suscitato dall'evento. (S.G.)
In foto, da sinistra, Stefano Iorfida, Benedetto Carroccio, Natale Zappalà, Daniele Castrizio e Francesco Cernuto.
Potrebbero interessarti anche :