Breve analisi del voto regionale. Iniziamo dal PD, la sintesi è la seguente: un ritorno al passato, dal Partito della Nazione al Partito ‘alla Bersani’. Anzi, leggermente meno rispetto alle Regionali 2010. Un 25% scarso. E’ vero che ora controlla 15 regioni su 20. Ha strappato la Campania al Centrodestra ma ha perso la Liguria ed è andato di un soffio vicino a cedere anche l’Umbria, roccaforte rossa. Cala ovunque, il Partito Democratico. Segno che le politiche di destra fatte da Renzi su Scuola e Lavoro stanno avendo un effetto di disaffezione sull’elettorato democratico che si astiene, non vota o vota altri. Peraltro le due sconfitte più pesanti (Liguria e Veneto) sono state subìte da candidate renziane mentre le vittorie di ‘peso’ in Campania e Puglia sono conseguite da due candidati ‘non renziani’ come De Luca e Emiliano.
Il M5S ‘tiene’ da Nord a Sud, non sfonda ma consolida i suoi risultati degli ultimi due anni. Berlusconi può cantare vittoria per la conquista della Liguria, ma è una vittoria di Pirro. Forza Italia perde consensi a scapito della Lega. E’ Salvini il vero ed unico vincitore. Zaia ‘asfalta’ la democratica Moretti (peggiore performance del csx di sempre in Veneto) ma soprattutto la Lega sfonda nel Centro. Toscana (dal 6 al 16%), Umbria (dal 4 al 14%) e Marche (dal 6 al 13%). Anche in Liguria c’è il boom (dal 10 al 20%). Ed il segretario leghista sbarca anche in Puglia dove la sua lista (Noi con Salvini) ha superato il 2%!
La Sinistra ‘sopravvive’ senza infamia e senza lode. Regge in Toscana, fa un buon risultato in Liguria, grazie soprattutto al candidato ex PD Pastorino. Per il resto, percentuali minime. Una base da cui ripartire ma ci sarà bisogno di volti nuovi e di progetti convincenti. Vedremo cosa potranno fare Civati, SEL e le altre formazioni a Sinistra del PD.
Il quadro è fosco. Renzi ne esce appannato e dietro di lui avanza il volto cupo di Matteo Salvini.