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Regione Puglia, un Consiglio di “classe”

Creato il 06 febbraio 2011 da Lalternativa

Qualche giorno fa, la sua involontaria autoironia poteva trasformarsi in un boomerang politico: “Il Pdl non è un albergo ad ore” recitava infatti il titolo di un comunicato di Rocco Palese, capogruppo del Popolo della libertà in Regione. In tempi di “Ruby – gate” e festini sospetti, avrebbe potuto creare imbarazzi, ma dalla maggioranza non hanno voluto infierire. Strano, perché quotidianamente, invece, scorrendo le agenzie lanciate dall’Ufficio stampa di via Capruzzi, i fuochi (dialettici) incrociati sono numerosi.

E il politichese si vede spesso sostituito da un linguaggio più che quotidiano, quasi imbarazzante per una comunicazione che osa definirsi “istituzionale”. Basta fare un salto sul sito del Consiglio regionale pugliese e rileggere le agenzie dell’ultima settimana, per farsi un’idea.

Tra i consiglieri più attivi e fantasiosi, c’è Domi Lanzillotta (Pdl). Sulla questione rifiuti, ad esempio, addebita all’ex assessore Michele Losappio, di “sparare numeri a capocchia, rivelatisi sistematicamente nei fatti ancor più illusori di quelli del lotto, che – a differenza di quelli di Losappio – possono anche, qualche volta, rivelarsi vincenti”. A capocchia, avete letto bene. E allora che dire del commento del centrodestra alla “nota strappalacrime” dei capigruppo del centrosinistra che si rivolgevano all’assessore alla Sanità fresco di dimissioni: “Siamo di fronte in effetti ad un patetico epitaffio, che – se fossi l’Assessore- mi indurrebbe immediatamente a toccarmi laddove normalmente non batte il sole”. Un gentleman, come i consiglieri Eupremio Curto (Udc) e Pietro Iurlaro (Pdl), capaci di un siparietto che ha costretto il presidente del Consiglio, Onofrio Introna a un appello ufficiale per “chiudere un’antipatica querelle che offende il loro ineccepibile profilo di amministratori pubblici e reca danno all’immagine complessiva dell’Istituzione. Neanche le rivalità di campanile giustificano toni alti”.

La discussione è sul Piano di rientro sanitario. Curto vota a favore e Iurlaro lo bolla come “boia consapevole della salute dei cittadini”. La reazione del senatore è sulla stessa falsariga: “Il mio parere è che effettivamente ci sarebbe bisogno di un boia politico capace di far rotolare a terra, politicamente parlando, le teste vuote come quella di Iurlaro”.  Finita qui? Niente affatto. Iurlaro: “Aprire bocca quando si ha qualcosa da dire è, evidentemente, una pratica sconosciuta al consigliere regionale Euprepio Curto, noto tuttologo della politica regionale. Troppi pensieri per una testolina evidentemente ormai colma di risentimenti, preoccupazioni e frustrazioni tipiche di chi, nel casino (o casinò) istituzionale provocato dalle logiche di un partito ballerino, zompetta felice su più tavoli da gioco”. Chapeau.

I confronti diretti restano una costante: per Dino Marino (Pd) “Palese fa lo gnorri”, mentre  Massimo Cassano e Ignazio Zullo, a proposito di un articolato sul ddl istitutivo del Servizio idrico integrato scelgono il terreno della metafora:  “E allora che potevamo fare se non chiedere se tutti i cavalli della maggioranza fossero presenti e disponibili in aula ad assoggettarsi allo sforzo di trainare un ulteriore carrozzone?”.

Di istituzionale, questa comunicazione ha ben poco. Eppure basterebbe poco, per trovare un giusto compromesso tra il linguaggio “politichese” e il gergo quotidiano più vicino al popolo. Impossibile chiedere ai responsabili dell’Ufficio stampa di non passare questi comunicati, meno irreale pretendere dai nostri rappresentanti un rispetto maggiore del proprio ruolo. Lasciando  a casa boia, capocchie, casini e gnorri.

Fulvio di Giuseppe


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