Nulla può sostituire lo scoppio ilare
dei tuoi occhi (insonni, dici, anche
se fieri e feroci, con voglia di pianto).
Il giorno che sono nato era un giorno
di pioggia, raccontava mia madre.
Ora che un telegiornale notizia
di scontri a Ramallah e dei diamanti
dell’Angola, aspetto anche l’oroscopo
in cui cercare ancora qualcosa di te
che sopravviva. Divento regista
delle mie notti.
Sebastiano Grasso, Sul monte di Venere, Milano, ES, 2002, p. 65.